In Sala. Room
Dopo il successo di Frank, Lenny Abrahamson racconta di una madre e un figlio affamati di vita tra le mura di una stanza, pronti a riprendersi il mondo che gli è stato proibito.
Candidato a quattro premi oscar, di cui uno portato meritatamente a casa come Miglior Attrice a Brie Larson, Room è una pellicola dolcemente claustrofobica che spezza i fili fragili che muovono un dramma nel dramma, scegliendo di far impossessare la macchina da presa degli occhi luccicanti di Jack (Jacob Tremblay). Venuto alla luce da un passato oscuro, il piccolo cresce tra le mura di una stanza che diventa la sua sola realtà, convinto che sia l’unico spazio possibile. Il lavandino, l’armadietto in cui dorme, il lettino, una macchinina telecomandata ed un televisore diventano compagni di giochi e di vita, da condividere con l’unica creatura reale che conosce, sua madre Joy (Brie Larson). Vittima di un maniaco che la tiene rinchiusa da sette anni in un capanno, la ragazza vede da allora un solo spicchio di cielo da una lucerna, nell’attesa che per lei e Jack ci sia presto possibilità di riscatto.
Lenny Abrahamson si era già fatto notare per il suo geniale e creativo Frank, che per la materia trattata lasciava sicuramente più libertà di sperimentare e rischiare. Superata allora la prova della commedia surreale, il regista irlandese supera con successo anche la prova del thriller-dramma strutturandolo come una storia di formazione, ma scardinando completamente i codici spazio-temporali che ci si potrebbe aspettare. Siamo dinanzi ad un cinema alto, che ricerca l’umanità, indagandone la percezione di essere e stare al mondo.
Forte di una sceneggiatura ben articolata firmata da Emma Donoghue, autrice dell’omonimo bestseller, Room estrania lo spettatore, lo immerge totalmente nella vicenda narrata, grazie a quell’effetto claustrofobico, piacevolmente fastidioso, che potrebbe essere un comune caso di cronaca nera. Con le sue inquadrature che giocano a rapporti ravvicinati e distanti sul mondo e i suoi spazi, non vuole indagare le cause di una tragedia: si concentra sugli effetti senza cercare risposta in spiccioli psicologismi, ma affidandosi piuttosto alla natura umana. A muovere l’azione è infatti questa irresistibile forza di vivere, un richiamo alla sopravvivenza, che trasforma una madre e un bambino in complici e amici, accomunati dalla voglia di riprendersi con coraggio quanto l’oscurità di uomo e di una stanza gli hanno tolto.
Il segreto per vincere l’impresa è quello di comprendersi, costruire e incontrarsi dopo aver fatto necessariamente scivolare ogni rancore. La verità a noi più sconvolgente che ci ricorda Room è quella di avere il coraggio di spogliarci, di cercare sempre l’incontro soprattutto quando le circostanze della vita ci soffocano. Soprattutto se ad esserne coinvolti sono genitori e figli.
Dettagli
- Titolo originale: Room
- Regia: Lenny Abrahamson
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Danny Cohen
- Musiche: Stephen Rennicks
- Cast: Brie Larson, Jacob Tremblay, Sean Bridgers, Joan Allen
- Sceneggiatura: Emma Donoghue