In Sala. Regression
Il debole confine tra realtà e e verità si riaffaccia con forza nel gradito ritorno alla regia dell’autore di Mare dentro, lo spagnolo Alejandro Amenábar.
È accaduto qualcosa di orribile in una tranquilla cittadina del Minnesota: Angela Gray si è rifugiata nella chiesa del reverendo Murray, spedendo alla polizia una lettera in cui dichiara di esser stata violentata ripetutamente da suo padre John Gray. Uomo semplice, un tempo ubriacone, John è confuso, la memoria non lo aiuta così come il senso di colpa gli annebbia la vista mentre si avvia alla centrale, dove il commissario Cleveland e il detective Bruce Kenner lo ascoltano, a loro volta presi dalla rabbia per gli orrori descritti da Angela. Solo uno strumento può aiutarli a scavare nella memoria di John: la Regressione.
Scende in campo la scienza, con la psicologia del professor Kenneth Raines, a contrapporsi alla religione in quei giorni sull’inizio degli anni Ottanta, quando negli USA si scatenò una vera e propria caccia alle streghe, con i culti satanisti come prede, apparsi come funghi in tutta la nazione senza solide prove a dimostrarlo. Parliamoci chiaro, Regression di Alejandro Amenábar è stato erroneamente introdotto al pubblico come un horror, così da giocare sul successo del clamoroso The Others, poiché qui siamo di fronte a un thriller con toni da mystery e sì, con lo spettro del terrore, ma niente di più.
Amenábar non è interessato alla paura, quanto ai meccanismi dietro di essa e agli strumenti utilizzati dall’uomo per scacciarla: la più antica religione da una parte, dall’altra la moderna scienza figlia della rivoluzione scientifica e dell’Illuminismo che fu. Due bastoni su cui le persone si sono poggiate per secoli, entrambi capaci sia di allontanare la morte sia di sviare la mente, portare la gente alla follia. Con Regression Amenábar torna ai temi a lui cari di Abres los ojos e The Others, separa la realtà – una costruzione inesistente – dalla (supposta) verità da perseguire, mai tangibile come in questo caso.
Una sorpresa a dir poco eccezionale, il ritorno dello spagnolo dopo l’insuccesso di Agorà lo riporta in cima nella lista dei migliori registi europei, a cui è doveroso fare un applauso per l’ottima direzione degli attori, su tutti un Ethan Hawke che invecchia come il buon vino, e David Thewlis, lo psicologo, e il danese David Dencik , John Gray, la vera sorpresa dell’anno dopo questa interpretazione e l’altra in Men & Chicken di Anders Thomas Jensen. A deludere è proprio la giovane Emma Watson, più oggetto che attrice, sfruttata proprio per ciò che ha rappresentato per tanti anni nella saga di Harry Potter.
Dettagli
- Titolo originale: Regression
- Regia: Alejandro Amenábar
- Fotografia: Daniel Aranyó
- Musiche: Roque Baños
- Cast: Ethan Hawke, Emma Watson, David Dencik, David Thewlis, Aaron Ashmore, Dale Dickey, Lothaire Bluteau
- Sceneggiatura: Alejandro Amenábar