In Sala. Padri e figlie
Una tragica storia familiare condita da strazianti amori difficili nel nuovo film hollywoodiano di Gabriele Muccino.
Quello che so sull’amore non fu abbastanza per incantare la Hollywood che lo sognò e trasferì negli USA dall’Italia per girare l’enorme successo La ricerca della felicità, il film che fece guadagnare a Will Smith una candidatura agli Oscar. I critici furono tutt’altro che gentili, per non parlare del botteghino, ma non è bastato a fermare Gabriele Muccino, tornato alla carica con un cast ancor più forte del precedente per il dramma sentimentale a doppio tempo Padri e figlie, con protagonisti il sempiterno Russell Crowe e la giovane coppia Aaron Paul e Amanda Seyfried.
Come da tradizione, al centro della storia una tragedia. Un incidente automobilistico causato da un litigio rende vedovo Jake (Crowe), scrittore di fama internazionale, e orfana di madre sua figlia Katie. Come se non bastasse il trauma ha lasciato una ferita in lui, scosso letteralmente da attacchi psicotici che lo costringono a curarsi in una clinica psichiatrica per 7 mesi e a lasciare Katie nelle mani dei ricchi zii (Diane Kruger e Bruce Greenwood). Al momento dell’uscita la vita sarà ancora più difficile: senza soldi, sotto attacco dai critici e dai cognati.
Guerre legali, recensioni infuocate e attacchi psicotici ancora dietro l’angolo, una vita distrutta che si riflette nel futuro di Katie (Seyfried), psicologa che riempie il vuoto sentimentale con storie di sesso prive di valore. Come riuscirà Jake a supportare la sua adorata “patatina” e come lei da grande imparerà a rispettarsi? L’amore è la risposta, perché fa girare il mondo e le bobine sui set di Muccino, al top della tragedia, mescolata alla consueta drammatica storia d’amor. Lacrime a non finire in un rincorrersi costante.
Agli attori nulla si può dire, interpretazioni di livello da parte del cast tutto, sminuite da una regia alla ricerca del tocco artistico con carrellate improvvise e primi piani in velocità degni di una commedia anni Quaranta. La sdolcinatezza della sceneggiatura è un dettaglio su cui si può soprassedere, del resto pagare il biglietto per vedere un film di Muccino può solo portare a questo, ci è ormai chiaro da lungo tempo. Imperdonabile la lunghezza, fastidiosa la nota “autobiografica” e l’attacco alla critica, rifugio degli zii senza cuore e dei falsi intellettuali. Padri e figlie potrebbe però essere sufficiente a garantire qualche altro anno a Hollywood, perché nonostante tutte le imperfezioni, il melodramma sa colpire le corde giuste del suo target di riferimento, immaginando di essere una visione realistica di un mondo devoto al dio denaro e delle storie d’amore, mai davvero semplici come il cinema vorrebbe farci credere. Eppure tutto si risolve sempre.
E dunque cosa cambia?
Dettagli
- Titolo originale: Fathers and Daughters
- Regia: Gabriele Muccino
- Fotografia: Shane Hurlbut
- Musiche: Paolo Buonvino
- Cast: Russell Crowe, Amanda Seyfried, Aaron Paul, Jane Fonda, Diane Kruger, Bruce Greenwood, Octavia Spencer, Quvenzhané Wallis
- Sceneggiatura: Brad Desch