Cinema

In Sala. Marina

Fausto Vernazzani

Jean-Pierre e Luc Dardenne producono il regista belga Stijn Coninx per raccontare la vita dei minatori italiani negli anni Cinquanta attraverso la gioventù del cantante Rocco Granata.

C’è qualcosa di profondamente attuale e profetico in Marina, film prodotto dai fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne del regista Stijn Coninx, la storia del calabrese naturalizzato belga Rocco Granata, cantante di fama internazionale alla fine degli anni Cinquanta e inizi Sessanta. Nacque a Figline Vegliature, a pochi chilometri da Cosenza, ma ancor bambino si trasferì a Waterschei per seguire suo padre, uno dei tanti minatori italiani a scavar carbone in Belgio.

Gli anni del disastro delle Marcinelle, di un’Italia fatta ancora di emigranti in cerca di fortuna all’estero, senza parlare una sola parola della lingua locale, genitori di una generazione di stranieri in terra straniera, senza un futuro se non quello di imitare i propri padri. Sono le memorie di un giovane Rocco Granata, fino ad arrivare al successo del singolo Marina, da cui il titolo del biopic di Coninx, ad ispirare un film sul successo di un italiano senza speranze e sulla vita in miniera.

Matteo Simoni, che a dispetto del nome non è affatto italiano, interpreta il giovane Rocco, un ragazzo qualunque spinto dal sogno di suonar la fisarmonica a livello professionale contro il desiderio del padre che lo vorrebbe veder tornare in Calabria a far il fabbro e di un Belgio che gli impone di seguire nelle miniere di carbone il destino del padre. Una storia semplice di una persona normale, non un ribelle, ma un giovane che stima la propria famiglia, composta da un Luigi Lo Cascio sopra le righe ed una commovente Donatella Finocchiaro, ed ama la figlia del droghiere, Helena.

Racconto di integrazione, di musica e di storia, uno spaccato della vita degli italiani osservato con sguardo critico dallo stesso Belgio che con loro fu così dispotico. Stijn Coninx e lo sceneggiatore Rik D’Hiet tirano fuori dal nulla una vicenda all’apparenza priva di interesse e con molti alti e pochissimi bassi incantano con la loro ode a Marina, dirigendo con una grazia meravigliosa un attore prodigioso come Simoni, attore con una voce incantevole non solo di fronte al microfono, ma anche in ogni altro istante rendendo un piacere l’ascolto del suo fiammingo e del suo calabrese.

Riesce difficile trovare un difetto, persino la love story con Helena/Evelien Bosmans è narrata con realistica calma, senza momenti troppo sdolcinati, eccetto quel momento in cui si suppone che Rocco Granata abbia creato nella propria testa una ragione per cantar della sua Marina che al più presto voleva sposar. Non c’è una fine per molti canovacci, tante cose sono lasciate in sospeso per far spazio ad un finale che ci porta alla vera essenza del film, a quella profezia sul futuro di tanti italiani oggi all’estero che un giorno potrebbero aver famiglia fuori dai nostri confini: è necessario avere il rispetto e un sogno, qualunque esso sia, per rendere l’integrazione possibile.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Stijn Coninx
  • Fotografia: Lou Berghmans
  • Musiche: MIchelino Bisceglia
  • Cast: Matteo Simoni, Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Evelien Bosmans, Warre Borgmans, Cristiaan Campagna, Marte Bosmans
  • Sceneggiatura: Stijn Coninx, Rik D'Hiet

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