In Sala. Macbeth
Un nuovo adattamento del Macbeth dimostra ancora una volta l’importanza dell’approccio alle idee più dell’idea stessa.
William Shakespeare è un uomo fantastico: al di là del suo contributo all’arte teatrale, arriva in nostro aiuto sempre e comunque per chiudere un dibattito antico quanto il cinema stesso. Un film non deve il suo successo solo ed esclusivamente all’idea alla base della sua storia. Né dello stile. Se i sostenitori di questa teoria avessero ragione, ogni opera filmica tratta dai testi drammaturgici del Bardo sarebbe da dichiarare capolavoro seduta stante. Ora, senza alcun indugio. Non è così e, in fondo, lo sappiamo.
Abbiamo avuto innumerevoli casi di capolavori, diretti da giganti come Orson Welles e Akira Kurosawa, altri sono invece esempi di quanto non basti avere una sceneggiatura perfetta: l’Othello di Oliver Parker, il Come vi piace di Kenneth Branagh, un regista in passato perfetto nell’adattare Shakespeare (Amleto, Enrico V), il Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli. Il cinema è un’arte – inteso anche come artigianato – collettiva in cui il regista deve, insieme ad altre figure, mettere nella miglior luce possibile il testo di riferimento.
Justin Kurzel dall’Australia uscì fuori col memorabile thriller Snowtown, un successo che gli ha permesso di mettere le mani su Michael Fassbender e Marion Cotillard per dirigere un nuovo adattamento del Macbeth. Per quanto le sue origini siano ben lontane da quelle di Shakespeare, ha comunque deciso di affrontare una delle opere più famose dell’autore con un taglio all’inglese, ambientando l’intera vicenda nell’antica Scozia, abbracciando il trend del realismo di cui il cinema è intriso oggigiorno.
E il risultato, come abbiamo premesso, non è un capolavoro. Né un grande film. Tralasciando l’idea di tagliare con l’accetta alcuni brani importanti e ridurre la forza espressiva di un personaggio fondamentale come Lady Macbeth, il Macbeth di Kurzel fallisce sul fronte registico: slow motion, time lapse, e fermo immagini lanciati a destra e manca danno vita solo a quadri fotografici di inenarrabile bellezza, ma vuoti e insipidi fin nelle viscere. Alla fine, appare più come un fotoromanzo con inserti video.
Una frenesia di movimenti che puntano a togliere la forza espressiva al testo per darla all’immagine, un tentativo nobile di cercare il cinema nel testo di Shakespeare. Ci riuscì Welles, meglio di chiunque altro, Kurzel, purtroppo, sembra aprire solo un’enciclopedia delle inquadrature e sfruttarla dall’inizio alla fine dell’indice senza che ognuna di esse abbia un significato proprio. Così finiscono dietro tanto entusiasmo monologhi e dialoghi interpretati in chiave classica che nel confronto appaiono come rami secchi.
Dettagli
- Titolo originale: Macbeth
- Regia: Justin Kurzel
- Fotografia: Adam Arkapaw
- Musiche: Jed Kurzel
- Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, Sean Harris, David Thewlis, Jack Reynor, Elizabeth Debicki
- Sceneggiatura: Jacob Koskoff, Michael Lesslie, Todd Louiso