Cinema

In Sala. Lone Survivor

Pasquale Parisi

Una missione militare in Afghanistan prende la forma di un assedio per quattro soldati statunitensi nell’ultimo film di Peter Berg.

Che le pellicole a tema bellico potessero contemplare aspetti come dimensione umana dei protagonisti, verosimiglianza, e zone morali “grigie” lo si era capito da un po’. Eppure Lone Survivor, certamente tra le più interessanti creature di Peter Berg, riesce comunque a trasmettere con successo un proprio spessore personale. Non è certo merito dell’oggettività del punto di vista, che si concretizza decisamente nell’ammirazione del corpo dei Navy Seals, parte importante della disastrosa Operazione Red Wings (2005) che Lone Survivor arriva (con un po’ di licenze qua e là, probabilmente) a mettere in scena.

Conosciamo gradualmente i protagonisti Michael Murphy (Taylor Kitsch), Matthew Axelson (Ben Foster), Danny Dietz (Emile Hirsch) e, soprattutto Marcus Luttrell (Mark Wahlberg) impegnati a prestare servizio in Afghanistan, forgiati da una disciplina ferrea e consci di aver trovato nella squadra una famiglia non meno importante di quella che hanno lasciato dall’altra parte del mondo al momento della partenza.

Il punto di rottura è una delicata missione: l’eliminazione di Ahmad Shah, leader di una cellula talebana responsabile della morte di numerosi soldati statunitensi. I nostri procedono verso la destinazione, fanno la loro ricognizione, osservano il bersaglio attendendo, consapevoli della propria posizione privilegiata, il momento opportuno per colpire. Il caso vuole, però, che alcuni pastori si trovino ad incrociare la squadra, ponendo i soldati di fronte a un’ardua decisione: eliminarli e procedere con la missione, oppure lasciarli liberi, abbandonandola e rischiando le conseguenze? Entrambe le ipotesi prospettano argomentazioni valide, ma prevale il rispetto delle regole, e poco dopo si batte in ritirata mentre già i talebani, in grandissima superiorità numerica, accerchiano i quattro soldati.

Con l’esplosione del primo proiettile il ritmo cambia drasticamente, inaugurando una lunga sequenza centrale che è il vero cuore del film: un gioco al massacro serrato e tesissimo, dominato da sangue, fango, proiettili e carne lacerata. Poco importa, a quel punto, se la parte finale del film tende a protrarsi un po’ troppo a lungo, e se qualche decesso in slow-motion di troppo vada a svelare intenti encomiastici in fondo piuttosto comuni con progetti meno validi: i momenti di spicco di Lone Survivor catturano senza lasciar respirare per un istante, mentre gli altri frangenti rimangono tecnicamente solidi e raramente banali, tanto che si finisce a rimpiangere ben poco delle due ore della proiezione.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Peter Berg
  • Fotografia: Tobias A. Schliessler
  • Musiche: Explosions in the Sky, Steve Jablonsky
  • Cast: Mark Wahlberg, Ben Foster, Emile Hirsch, Taylor Kitsch
  • Sceneggiatura: Peter Berg

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