In Sala. Lo sguardo di Satana – Carrie
Il romanzo cult di Stephen King adattato da Brian De Palma negli anni Settanta torna al cinema con una nuova e deludente versione diretta da Kimberly Peirce.
Ogni grande classico del cinema – in particolare del genere horror – dovrebbe recare il sottotitolo “ammirare, ma non toccare”, quasi come un invito ad evitare di realizzare remake il più delle volte non all’altezza e neanche in minima parte paragonabili alle opere originali. Un’operazione rischiosa nella quale ha voluto cimentarsi anche la regista statunitense Kimberly Peirce che, dopo aver conquistato il grande pubblico con un film complesso come Boys Don’t Cry, decide di dedicarsi all’horror rispolverando con risultati tutt’altro che esaltanti un classico del genere come Carrie, personaggio ideato dalla mente di Stephen King e già portato sullo schermo da Brian De Palma nel 1976.
La giovane Carrie White (Chloë Moretz) viene presa di mira ed emarginata dalle sua compagne di classe per via del suo aspetto impacciato e difficoltà a socializzare, provocate dall’atteggiamento bigotto ed iperprotettivo della madre Margaret (Julianne Moore). L’unica figura nella quale la ragazza vede un punto di riferimento è la professoressa Desjardin (Judy Greer) che alimenta in lei la speranza di vivere un’adolescenza simile a quella delle sue compagne. Aspettativa disattesa in maniera tragica nel corso del ballo di fine anno, che da sogno si trasforma ben presto in incubo.
La succitata scarsa dimestichezza della Peirce con gli stilemi del genere si traduce in un film quasi mai in grado di creare la tensione narrativa giusta e troppo ancorata al modello dell’originale, con conseguente schematica riproposizione delle tematiche dell’odio nei confronti del “diverso” e della cattiveria tipica degli ambienti scolastici. Le uniche novità apportate dalla regista sono l’utilizzo di alcuni elementi volti ad attualizzare la vicenda quali la presenza di cellulari e di video su YouTube, visti come ulteriore strumento discriminatorio da parte delle compagne di Carrie, e di effetti speciali grazie ai quali viene nascosta l’assoluta mancanza di suspense, difetto che si manifesta in tutta la sua evidenza nella scena cult del ballo.
Altri punti critici nascono da una scelta del cast non del tutto indovinata: se da un lato, infatti, la Moore riesce a trasmettere quel senso di inquietudine e mistero insito nel personaggio della madre, dall’altro la giovane Moretz non riesce ad esprimere la complessità psicologica della protagonista, anche a causa di un aspetto fisico troppo piacente per renderla credibile nei panni di un personaggio emarginato.
Dettagli
- Titolo originale: Carrie
- Regia: Kimberly Peirce
- Fotografia: Steve Yedlin
- Musiche: Marco Beltrami
- Cast: Julianne Moore, Chloe Moretz, Portia Doubleday, Judy Greer
- Sceneggiatura: Lawrence D. Cohen, Roberto Aguirre-Sacasa