Parigi. Romantico fine settimana di coppia, ma per nulla la coppia al principio, o al culmine della propria affezione che ci si aspetterebbe di incontrare in un contesto simile. Gli sposi protagonisti di Le Week-End, i britannici Meg (Lindsay Duncan) e Nick (Jim Broadbent), tornano a festeggiare il trentesimo anniversario di matrimonio nella città che aveva fatto da sfondo alla propria luna di miele, facendo i conti con i segni lasciati dai propri sessant’anni su corpi e rapporti: senza più figli in casa e con una relazione che ha perfino sorpassato l’abitudine, i due cercano nella capitale francese di capire se è possibile riaccendere la scintilla, prima ancora di provarci. Lasciato subito il piccolo albergo di Montmartre a favore di una sistemazione molto più lussuosa, il soggiorno degli attempati coniugi è una lunga collezione di luoghi e, soprattutto, parole.

Lei più decisa ed esigente, lui maldestro e vulnerabile, si scambiano opinioni, racconti, confessioni e stoccate che innescano discussioni che non evitano di lasciare ferite, in un continuo mescolarsi di delicati toni di commedia inglese e più solenni momenti di introspezione poco banale, fino al culmine della cena a casa di Tom (Jeff Goldblum), amico di vecchia data di Nick divenuto autore di successo, in una situazione che rappresenta ancora una volta l’occasione di sondare ancora il passato e (forse) capire quanto ci si potrà ritrovare nel futuro.

Roger Michell, eclettico autore di Notting Hill come di Ipotesi di reato, si conferma capace di indagare le dinamiche di coppia in maniera sensibile e attenta, con tratti talvolta infantili che non sfociano completamente nella macchietta e una costante nota dolceamara che conferisce alla storia un tono assai personale. Merito soprattutto della sceneggiatura di Hanif Kureishi, alla quarta collaborazione con il regista, ma anche degli interpreti: i due impeccabili protagonisti sono il complemento ideale di un prodotto evidentemente non destinato a fare rumore, ma capace di rappresentare in maniera sottile ed efficace situazioni relazionali tradizionalmente poco battute.