In Sala. Le Meraviglie
Alice Rohrwacher vince il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes con l’originale racconto di una terra sospesa nel tempo, in lotta tra l’antico e il moderno.
Una famiglia controcorrente produce miele in campagna ai margini della città, immersi nel verde, dove è la natura a scandire le ore di lavoro circoscrivendo un mondo quasi fuori dal tempo. Queste le coordinate narrative de Le meraviglie, film scritto e diretto da Alice Rohrwacher e unico film italiano in concorso al Festival di Cannes 2014, aggiudicatosi poi il Gran Prix della Giuria.
Quattro sorelle vivono un’estate decisamente diversa dalle loro coetanee, dividendosi tra il mare e il miele. Gelsomina (Maria Alexandra Lungu), la più grande, è già capofamiglia, è lei a tenere a bada le sorelle e ad aiutare il padre (Sam Louwyck) nelle operazioni di apicoltura ogni giorno. La loro routine è divisa così tra la raccolta del miele e dei pomodori, insieme alla madre (Alba Rohrwacher) nella piccola azienda che però rischia di fermare la sua coltivazione se a breve non si adeguerà alle normative europee.
Servono soldi e Gelsomina da responsabile della famiglia vede in una trasmissione televisiva e nella sua fatata presentatrice (Monica Bellucci) l’occasione per poter riscattare il laboratorio, partecipando ad un concorso che promette una grossa somma di denaro. A sconvolgere la famiglia non sarà, però, solo il piccolo schermo ma anche l’arrivo del giovane Martin nella tenuta.
Le Meraviglie, seconda opera di Alice Rohrwacher, arriva dopo l’ottimo debutto con Corpo Celeste. In entrambi è possibile rintracciare un dialogo, una ricerca costante verso la creazione di una poetica molto personale della regista. Finali sospesi, inizi che si aprono dal buio profondo e giovani protagoniste adolescenti che varcano la difficile soglia dell’età adulta, sono elementi che si confermano pregnanti nel cinema della giovane regista toscana. Se Marta in Corpo Celeste cercava una maturità spirituale, Gelsomina cerca il suo posto nel mondo perché lei adulta ci è dovuta già nascere in parte, ed è quello che il padre non riesce a comprendere vedendola come la sua eterna principessa.
Il cinema della Rohwacher racconta chi è ai margini o ha scelto di voler essere ai margini del tempo e dello spazio: dalla periferia di Reggio Calabria alla campagna toscana, la regista sceglie ancora una volta di narrare le storie di luoghi che conservano ancora una propria religione e politica dell’anima. Proprio per questo non ci si può esimere dal definirlo originale, capace di portare sul grande schermo qualcosa di nuovo e che lo spettatore potrebbe anche ignorare. Luoghi e personaggi che crescono con lentezza, non ancora intaccati dal progresso e sospesi in un regno ancora diviso tra antico e moderno dove non si è ancora pronti per abbracciare l’avvento del nuovo. Una regista da tenere assolutamente d’occhio.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Alice Rohrwacher
- Fotografia: Hélène Louvart
- Musiche: Piero Crucitti
- Cast: Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Sabine Timoteo, Agnese Graziani, Monica Bellucci
- Sceneggiatura: Alice Rohrwacher