In Sala. La paura
Al Nuovo Cinema Aquila di Roma una rassegna dedicata al cinema di Pippo Delbono in occasione del debutto del suo nuovo spettacolo Orchidee.
“Se cerchi la vita, trovi il linguaggio. Se cerchi il linguaggio trovi la morte”.
Sono state le parole pronunciate da Pippo Delbono al Teatro Argentina durante il confronto aperto con il pubblico, iniziato tra sguardi di approvazione e di perplessità subito dopo la proiezione in anteprima romana del suo Sangue, lungometraggio che ha vinto il Premio Don Chisciotte all’ultima edizione del Festival del Cinema di Locarno. Poche ore prima, al Nuovo Cinema Aquila, nell’ambito della rassegna filmica in corso, dedicata al regista ligure, La paura – presentato fuori concorso all’edizione dello stesso Festival nel 2009 – ha confermato la capacità indiscussa di Delbono nel portare sul grande schermo come sul palcoscenico un linguaggio crudo ma intensamente poetico.
Non c’è solo verità, infatti, ma anche poesia nelle sue riprese interamente fatte con un cellulare (e non di ultima generazione, e senza neppure traccia della fotocamera compatta che in qualche punto si troverà riflessa in Sangue), strumento entrato a far parte da molto tempo della nostra vita quotidiana, elevato dal regista a mezzo cinematografico proprio per la sua limitata invasività.
C’è poesia nell’intelligenza con cui ritaglia un dettaglio di oggetti e persone; in quel punto di vista che ingigantisce e deforma, all’interno di un’inquadratura che diventa talvolta commento ironico e pungente, come in una delle prime riprese, in cui durante un servizio del telegiornale il regista inquadra la bocca e la pappagorgia di un medico obeso che spiega in che modo prevenire l’obesità infantile. Altre volte, invece, l’effetto è inquietante, come nella ripresa di una bottega di animali imbalsamati, espressione abominevole della morte gratuita, la cui “sfilata” segue immediatamente quella dell’ennesimo programma televisivo sul rapporto amorevole tra l’uomo e gli animali domestici.
Potremmo parlare ancora della poesia, ma in senso letterale: i versi di Dante Alighieri che apostrofano l’Italia, “nave sanza nocchiere in gran tempesta,non donna di province, ma bordello!”, commentano, infatti, la scena in tivù di alcuni, forse tra i meno pietosi, frangenti della Corrida.
Tanta altra poesia straborda dalle immagini di questo film su un’Italia tragicamente attuale. Xenofoba. Sullo schermo si alternano scene di quotidiana ipocrisia e l’ipocrisia sbandierata dall’artefice delle più subdole finzioni, la televisione, di cui, sì, sembra dire Delbono, c’è d’aver Paura. Le musiche scelte, poi, accentuano la distanza critica dello spettatore in questo documentario, La paura, dove, in fin dei conti, dietro l’occhio del regista non c’è la Paura ma, piuttosto, il Coraggio.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Pippo Delbono
- Fotografia: Pippo Delbono
- Musiche: P. Corso, Eléni Karaindrou, Mike Galasso, Sergej Sergeevič Prokof'ev
- Cast: /
- Sceneggiatura: Pippo Delbono