Cinema

In Sala. La mafia uccide solo d’Estate

Valentina Esposito

Il Pif della televisione italiana svela la sua vera identità di Pierfrancesco Diliberto e debutta alla regia cinematografica con un buono ed ironico prodotto sulla mafia siciliana.

La mafia uccide solo d’Estate segna l’esordio alla regia di Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto come Pif, che porta sul grande schermo la tragica convivenza tra il capoluogo siciliano, Palermo, e la mafia avvalendosi di uno sguardo comico e dissacrante, ripercorrendo i tragici eventi che hanno segnato la storia della Sicilia e dell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta.

Arturo (Alex Bisconti) nasce e vive nella sua amata Palermo, accudito da due genitori premurosi che gli nascondono con ironia il malessere più grande della sua città: la mafia. Eppure nella vita di Arturo sin dall’infanzia la mafia ci entra spesso, è persino la prima parola che pronuncia, intromettendosi nella questione più importante della sua vita: conquistare il cuore di Flora (Ginevra Antona prima, Cristiana Capotondi poi), la ragazza che amerà per tutta la vita e alla quale, con il tempo, riuscirà anche ad aprire gli occhi sul vero volto della loro Palermo.

Di film e documentari sulla mafia se ne trovano e se ne producono ogni anno davvero in modo spropositato, cercare quindi di realizzare qualcosa di nuovo che non rischi di cadere nel dimenticatoio in un campo solcato e spesso abusato anche quando non si rivela difficile, resta pur sempre un’impresa. Pif riesce discretamente in questo compito offrendo un omaggio sentito alle vittime illustri della criminalità organizzata siciliana, ma senza cadere in sentimentalismi, muovendosi su un impianto narrativo che funziona grazie anche ad un linguaggio d’espressione semplice e che decide di non strafare. Non c’è solo l’omaggio però, perché il vero messaggio si nasconde nel finale, quando girando per la città Arturo insegnerà al suo bambino sin da piccolo a riconoscere i segni del male.

In un gioco di incomprensioni tra il mondo infantile di Arturo, che finirà per idolatrare ossessivamente la figura di Giulio Andreotti, e quello di una Palermo che cerca di non vedere quel malessere contro cui combatte, nascondendo la polvere sotto al letto facendosi scudo con un “non è come può sembrare”, Diliberto realizza un film efficace.

A tratti potremmo dire anche originale affermando con qualche paradosso, e nemmeno poi tanti, quanto il pubblico e il privato siano strettamente collegati, o meglio ancora, come non ci si possa cullare nell’idea che quanto accada là fuori sia così estraneo alle nostre vite. Forse se la prima parte de La mafia uccide solo d’Estate fila liscia come l’olio, la seconda convince meno proprio per la scelta di far interpretare l’Arturo adulto allo stesso Pif: per quanto l’autore senta un forte legame con quanto si racconta, la presenza del regista/attore rischia sul finale di dargli troppo i toni del suo programma televisivo di inchiesta Il testimone senza così portare alla luce una dimensione completamente cinematografica, rischiando di sovrapporre in modo esplicito il personaggio Pif ad Arturo.

Ad ogni modo il lavoro è notevole e vale la pena di sollevare in su il pollice, rialzando anche il tono magro della stagione cinematografica italiana di Novembre. Sotto questo aspetto il film di Dilibertio offre uno spiraglio di luce in quest’ultimo oscuro mese.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Pierfrancesco Diliberto
  • Fotografia: Roberto Forza
  • Musiche: Santi Pulvirenti
  • Cast: Pierfrancesco Diliberto, Cristiana Capotondi, Ninni Bruschetta, Claudio Gioé, Alex Bisconti
  • Sceneggiatura: Pierfrancesco Diliberto, Marco Martani, Michele Astori

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