In Sala. La macchinazione
David Grieco, amico di Pier Paolo Pasolini, ne racconta la storia grazie a un’accurata contestualizzazione e un Massimo Ranieri in grande spolvero: un omaggio riuscito solo a metà.
Doppio volto, duplice verità in questa pellicola – La macchinazione – del fedele amico e collaboratore di Pier Paolo Pasolini, tal David Grieco alle prese con il tentativo di fare luce su una vicenda controversa della storia italiana, della biografia di un intellettuale a 360° e la contingenza della situazione politica del tempo.
L’anno è il 1975 e Pasolini è impegnato in un tour de force, diviso tra il montaggio del suo film più discusso – Salò o le 120 giornate di Sodoma – e la stesura del libro Petrolio, un tomo-verità sugli intrecci in Italia tra potere politico e potere economico. Gli ultimi mesi di vita dello scrittore-regista vengono raccontati nella doverosa minuzia di tanti particolari e con lo scopo di chiarire una morte assurda, di cui unico colpevole riconosciuto è il ragazzo di vita Pino Pelosi, ma che Grieco fa risalire a tanti “volontari e involontari”, pianificato come da teoria del complotto.
Massimo Ranieri nelle vesti di Pasolini è semplicemente squisito: straordinario talento e interpretazione accorata, sentita, combinati ad una somiglianza incredibile, lo hanno reso il fulcro della messa in scena, colui che spicca su ogni altro elemento, non abbastanza perfetto quanto lui. La stessa sceneggiatura, scritta da David Grieco e lo scomparso Guido Bolla denota una certa sensibilità di ricostruzione e attenzione a quella stessa macchinazione che ne ha sentenziato la macabra sorte.
Tra il genere thriller e il film d’autore, i primissimi piani di Ranieri privilegiati dal montaggio, stacchi profetici e dai colori seppiati, le musiche dei Pink Floyd, la stessa recitazione del protagonista a cui si avvicinano forse solo Libero Di Rienzo e Matteo Taranto (nonostante le pecche del romanesco forzato, a coprire il naturale accento napoletano), non salvano il voto finale della pellicola che si appiattisce in una complicazione fin troppo borghese.
Contrariamente al film di Abel Ferrara, Pasolini, La macchinazione non vuole concentrarsi sull’aspetto sessuale degli ultimi giorni dello scrittore, ma proprio sulla sua morte, ed è dunque la parte finale a dare il meglio, anche visivamente, grazie ad un montaggio involato sull’alternanza temporale. Forse il pubblico non si sentirà pienamente coinvolto dalle scelte stilistiche di Grieco, ma lodevole resta il suo tentativo, maturato in virtù di un rapporto speciale con il personaggio principale di questo racconto documentato.
Dettagli
- Titolo originale: La macchinazione
- Regia: David Grieco
- Genere: Biografico
- Fotografia: Fabio Zamarion
- Musiche: /
- Cast: Massimo Ranieri, Libero De Rienzo, Roberto Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto, Alessandro Sardelli, François-Xavier Demaison
- Sceneggiatura: David Grieco, Guido Bulla