Cinema

La foresta dei sogni

Marina Niceforo

Matthew McConaughey alla ricerca di se stesso in un mare di alberi per il nuovo film di Gus Van Sant.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, The Sea of Trees di Gus Van Sant arriva in Italia con un titolo accattivante ma banale, La foresta dei sogni, traduzione che riflette il tentativo di classificare all’interno del genere drammatico/sentimentale il film stesso.

In questa storia tra vita, amore e morte Matthew McConaughey interpreta Arthur Brennan, un matematico pronto a porre fine alla sua vita nell’immensa “foresta dei suicidi” di Aokigahara, ai piedi del Monte Fuji. Mentre un incontro imprevisto con un altro avventore della foresta (Ken Watanabe) costringe Arthur a rivedere i suoi piani, ripercorriamo alcuni momenti della sua vita coniugale con la moglie Joan (Naomi Watts) per risalire all’origine del suo male di vivere.

La sceneggiatura di Chris Sparling non brilla certo per originalità: essa prende infatti un tema comunissimo come la crisi coniugale e lo declina nel viaggio esistenziale del protagonista. La poca ricercatezza della trama che alterna passato e presente di Arthur è forse uno dei motivi a sfavore de La foresta dei sogni, insieme ad una certa mancanza di personalità dei tre personaggi principali; in particolare, la funzione della figura-specchio di Watanabe, usata meramente per dare voce ai pensieri di Arthur e per mettere in dubbio le sue idee, sembra sminuire la qualità dei dialoghi.

Ciononostante, è comunque possibile apprezzare il valore di certi passaggi narrativi, e trovare un punto di interesse proprio nella semplicità di certi meccanismi: quelli interpersonali tra marito e moglie, quelli che scatenano i sensi di colpa e i rimorsi, o quelli che portano il protagonista al crollo emotivo.

A caricare di simbolismo la storia la prospettiva ravvicinata di Van Sant, che quasi mette a fuoco sull’interiorità di Arthur (ma il gioco riesce anche grazie al bravissimo McConaughey) trasformandola in immagini ora di movimento e ora di stasi, ora di inquietudine e ora di calma interiore. Soprattutto, col suo sguardo trasmette tutta la profondità della magnifica foresta giapponese, ed è un peccato che lo spettatore italiano (privato del titolo originale), possa arrivare alla definizione di “mare di alberi” solo durante il film e non già dall’inizio: perché è come se Arthur nuotasse nell’abisso di Aokigahara senza certezza di risalire a galla ed uscirne vivo.

Van Sant, regista delle piccole cose, regala piccoli fiori, un po’ come la misteriosa foresta di questo film.


Dettagli

  • Titolo originale: The Sea of Trees
  • Regia: Gus Van Sant
  • Anno di Uscita: 2015
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Kasper Tuxen
  • Musiche: Mason Bates
  • Costumi: Danny Glicker
  • Produzione: USA
  • Cast: Matthew McConaughey, Ken Watanabe, Naomi Watts
  • Sceneggiatura: Chris Sparling

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