Cinema

La canzone del mare

Valentina Esposito

Dalla mitologia irlandese ad un piccolo gioiello d’animazione in 2D, Tomm Moore cattura il cuore di grandi e piccini.

Ogni sera Ben ascolta da sua madre le fantastiche storie che avvolgono lo scorcio di mare in cui è nato: una però sembra essere il centro di tutte le altre, quella che lega le Selkie alla divinità del mare Mac Lir. Come una conchiglia che attraverso la sua melodia rivela all’orecchio umano un viaggio segreto che fa eco tra le onde del mare, così La canzone del mare partendo dall’apparato narrativo folkloristico irlandese riesce a donare allo spettatore non solo una storia, ma anche una verità da sempre viva nel nostro cuore e di cui spesso vorremmo dimenticarci.

Secondo un’antica leggenda irlandese le Selkie sono foche che possono trasformarsi in esseri umani, e il cui destino è legato al dolore provocato dalla perdita di una persona in mare. Un giorno accadde che la divinità del mare Mac Lir si trasformò in pietra, quando la madre, Macha, decise di porre fine al suo dolore, nascondendolo in un barattolo dal vetro infrangibile. Da allora lei e i suoi fidi gufi si assicurano di pulire il mondo da ogni forma di sofferenza. La vita di Ben allora si incontra con quella che poi non era semplice fantasia, ma un filtrato specchio della realtà circostante: le Selkie esistono, e sono le uniche a poter salvare il mondo da questa maligna sonnolenza, e una è proprio più vicina di quanto immagini. Da fratello maggiore birichino, Ben si ritroverà improvvisamente a dover diventare grande, mettendo da parte gli scherzi e garantendo la sua protezione alla sorellina Saoirse.

Ci sono delle verità sulla storia dell’uomo che vivono dalla notte dei tempi, quelle più essenziali e indispensabili che spesso per errore chiamiamo “scontate”: una di queste è il nucleo fondante di un gioiello d’animazione come La canzone del mare. Cosa sarebbe la nostra vita se rinunciassimo alla sofferenza? Vorrebbe dire rinunciare alle emozioni, quelle capricciose palpitazioni di cuore che ci rendono umani, e che oggi ci impegniamo a nascondere. E così ogni giorno diventiamo un po’ di pietra anche noi, dimenticandoci che un sorriso, un piccolo e grande gesto contano più di una vita agiata e al riparo da eventuali rischi e complicazioni. Come la nonna di Ben, ci chiudiamo nelle nostre case e non ascoltiamo altro che la nostra musica, convinti che sia la sola da ascoltare. La musica giusta però arriva solo se i cuori a cercarla ed ascoltarla sono almeno due: Ben infatti riesce ad ascoltare la musica del mare solo quando cerca la complicità di Saoirse.

Pellicola/dipinto dai colori pastello, il regista irlandese ci ricorda che in quel pozzo di storie che distinguiamo come nordiche, occidentali, orientali, non c’è che una sola enciclopedia del cuore umano, dove ogni filo, spesso rielaborato, riscoperto e consolidato dai narratori di ogni epoca, si incontra con le sfumature dell’altro per darcene un’unica memoria che le contenga tutte, arricchite da ogni variazione possibile.


Dettagli

  • Titolo originale: Song of the Sea
  • Regia: Tomm Moore
  • Anno di Uscita: 2014
  • Genere: Commedia
  • Musiche: Bruno Coulais
  • Produzione: Irlanda, Danimarca, Belgio, Lussemburgo, Francia
  • Cast: David Rawle, Brendan Gleeson, Fionnula Flanagan, Lisa Hannigan, Lucy O’Connell
  • Sceneggiatura: Will Collins

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