Cinema

In Sala. La bella e la bestia

Marina Niceforo

Da una grande fiaba popolare, arriva nelle sale la versione cinematografica firmata da Christophe Gans.

La storia de La bella e la bestia appartiene alla cultura europea da secoli, almeno dal ‘700, quando diverse sue versioni si diffusero maggiormente; in particolare, quella pubblicata da Beaumont nel 1756 è quella alla quale Christophe Gans, sceneggiatore e regista del film in questi giorni al cinema, sembra avere attinto maggiormente: chi si aspettava di vedere un adattamento ispirato al grande classico Disney del 1991, o a quello altrettanto importante di Jean Cocteau del ’46,  è uscito dalla sala inevitabilmente deluso.

Gans sfrutta il filone socio-economico della fiaba per far conoscere la condizione della famiglia di Belle/Léa Seydoux, caduta in disgrazia e costretta a trasferirsi in campagna dopo che il padre mercante ha perso tutto; Belle è la figlia più giovane, quella più pura e gentile d’animo: mentre i fratelli finiscono nei guai per i debiti contratti con rivale in affari Perducas, e le sorelle (che sembrano quasi le sorellastre di Cenerentola) pensano invano alle ricchezze perdute, Belle è l’unica a dedicarsi con amore alla casa e alla cura del giardino, in cui però non riesce a far crescere le rose. Ne chiede una al padre, che deve andare in città, ma durante il ritorno questi si perde e finisce nel castello della bestia, dalla quale sarà condannato a morte per aver tentato di rubare appunto una rosa del giardino.

Da qui in poi la storia è nota, e quando la coraggiosa Belle arriva al castello al posto del padre, tutti si chiedono come farà ad innamorarsi dell’orribile mostro; ma Gans pasticcia, per voler fare di più e mostrare come e perché il principe/Vincent Cassel era stato maledetto e trasformato in bestia. Come se non bastasse, a queste due linee narrative si aggiunge quella già citata dei debiti economici dei fratelli di Belle con Perducas (Eduardo Noriega), che porterà lo scontro – in questo senso macchinosamente architettato – al castello della bestia.

Al di là delle interessanti atmosfere cupe e dei bellissimi costumi ottocenteschi, il film risuona di echi cinematografici già visti – uno su tutti Tim Burton –  e passa con poco stile dal presente della narrazione ai ricordi del passato del principe; discutibili altresì, i rimandi a ninfe/divinità naturali della letteratura latina classica, che qui comunicano visivamente il proprio influsso sui personaggi con “monadi di energia” dal sapore “avatariano”, e in generale l’inserimento di troppi e troppo eterogenei elementi. Dopo quanto detto, è naturale che la felice conclusione amorosa della storia arrivi più per dovere che per meritato lavoro: anche qui, insomma, resta poco o niente della fiaba.


Dettagli

  • Titolo originale: La belle et la bête
  • Regia: Christophe Gans
  • Fotografia: Christophe Beaucarne
  • Musiche: Pierre Adenot
  • Cast: Vincent Cassel, Léa Seydoux, André Dussolier, Eduardo Noriega
  • Sceneggiatura: Christophe Gans, Sandra Vo-anh

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