Joker – Wild Card è l’ultimo action thriller di Simon West, da giovedì nelle sale italiane. Protagonista Jason Statham a impersonare l’agente di sicurezza Nick Wild, un protagonista duro e malinconico con il sogno di scappare da Las Vegas, luogo che l’ha ormai imbruttito e che continua ad alimentare il suo vizio del gioco d’azzardo.

Wild ha molti amici in città, ma naviga perennemente nell’alcol dei casinò della città del gioco d’azzardo per eccellenza. Sogna di racimolare tanti soldi per “comprare” 5 anni di libertà nella sua vita e vivere il suo tempo nel mar Mediterraneo sulle coste della Corsica. Cambieranno i piani quando Holly (Dominik Garcia-Lorido), una sua vecchia fiamma, picchiata e violentata da un uomo (Milo Ventimiglia) appartenente alla potente e pericolosa famiglia dei DeMarco, si rivolgerà a lui per trovare e punire il gangster.

Una narrazione molto fluida con dei personaggi e delle ambientazioni poco originali, Joker – Wild Card soddisfa perlomeno con i toni scuri del suo universo e la ricerca di una felicità fittizia da parte di un personaggio maledetto. L’azione e il thriller combinati come in questo lungometraggio fanno pensare ad un momento di passaggio storico più che ad un genere di mezzo. Il momento di passaggio in un universo stanco, corrotto e sconfitto in cui il potere del danaro sembra trasformare e donare dignità a qualunque essere. Ciò si evince da molti elementi, ma viene evidenziato da una battuta in cui il giovane ventitreenne Cyrus Kinnick (Michael Angarano) viene appellato dal protagonista come “ragazzo” e il giovane risponde che non merita di essere chiamato così perché all’età di 19 anni era riuscito a diventare milionario. Il dettaglio è sintomatico di un universo presente in questo film che anche grazie a questi elementi tenta di raccontare il quotidiano con uno sguardo disilluso ed evasivo. La trama ha ben presente il punto di arrivo e gestisce, con un equilibrio abbastanza sicuro, i momenti di azione e quelli di una ricerca. La ricerca del “cattivo” sembra portare il protagonista, apparentemente rozzo, ad impersonare il ruolo di un detective che con la pacatezza di chi compie le indagini aspetta pazientemente il passo falso del suo nemico.