In Sala. In solitario
Christophe Offenstein debutta alla regia con il carismatico François Cluzet a bordo di una barca a vela, skipper proiettato verso l’orizzonte e la circumnavigazione del mondo.
Tutti l’avevano apprezzato per la preziosa interpretazione nel mega successo Quasi Amici e ora, a due anni dal film che lo rese famoso, François Cluzet torna con un ruolo da protagonista che rende davvero giustizia al suo talento di attore. Se il titolo dovrebbe essere rivelatore dell’intero film, allora In solitario – il primo lungometraggio diretto da Christophe Offenstein, già direttore della fotografia per numerose produzioni – è in un certo senso già un omaggio al personaggio di Yann Karmadec, interpretato appunto dall’attore parigino.
Skipper dal cipiglio severo, Karmadec intraprende la Vendée Globe (storica regata per barche a vela che prevede la circumnavigazione del mondo) in sostituzione del cognato François, lasciando ad aspettarlo la figlia Léa e la compagna Marie, non ancora accettata dalla bambina. È un viaggio duro e lunghissimo, fatto per mettere ovviamente alla prova chiunque lo affronta: quale migliore metafora per parlare di un viaggio tutto interiore del protagonista?
In effetti da un’ambientazione che si presta così bene ad assecondare i risvolti di un unico importante personaggio ci si aspetta anzitutto un attento approfondimento dello stesso: cosa che accade in In solitario e grazie alla quale si può seguire lo sguardo di Karmadec perdersi all’orizzonte tra le onde dell’oceano o provare la sua fatica nel gestire la barca nelle più diverse condizioni meteorologiche restando affascinati dall’intensità delle espressioni del suo viso.
Quello che manca, tuttavia, è un uguale approfondimento del rapporto di Yann con gli altri personaggi della storia, uno su tutti il giovane Mano Ixa, e della serie degli eventi che devono necessariamente movimentare la storia in qualche modo. Laddove le dinamiche interpersonali seguono canoni prevedibilmente tracciati e la trama stessa si rivela priva di svolte significative o di rischi che mettano davvero in pericolo le sorti del protagonista, il film non acquista mai realmente ritmo né crea tensione, nonostante l’innegabile abilità di Offenstein di farlo sentire letteralmente sulla barca. Spazi ristretti, equilibrio incerto, angolature scomode (soprattutto e saggiamente in esterno) rendono l’idea di quello che sarebbe potuto essere il connubio perfetto tra uomo e mare.
La barca a vela, con tutte le sue cime e i suoi tiranti, è un sistema difficile da mantenere in assetto stabile, soprattutto quando fuori c’è il mare in tempesta e l’unico riparo dalle intemperie è offerto dall’interno della cabina; dentro e fuori, giorno e notte, con la certezza di un tramonto o il timore dei ghiacci dell’Antartide, Yann proverà a capire che, nonostante tutto, non ha mai viaggiato solo.
Dettagli
- Titolo originale: En solitaire
- Regia: Christophe Offenstein
- Fotografia: Guillame Schiffman
- Musiche: /
- Cast: François Cluzet, Samy Seghir, Guillame Canet
- Sceneggiatura: Jean Cottin, Christophe Offenstein