Cinema

In Sala. Il quinto potere

Vincenzo De Divitiis

Dai vampiri brillanti di Twilight alla storia di Julian Assange, il regista Bill Condon fa un salto non troppo lontano con il racconto stereotipato delle vicende dietro il colosso informatico e giornalistico WikiLeaks.

Il cinema ha da sempre avuto un grande interesse nel raccontare la storia dando spazio non solo a chi ha scritto quella raccontata nelle pagine dei libri, ma anche alle tante figure che hanno agito negli interstizi di ogni evento epocale, apportando idee nuove ed un modo rivoluzionario di intendere il mondo. È il caso dell’australiano Julian Assange e della sua creatura WikiLeaks, un’organizzazione  nata con lo scopo di diffondere scottanti documenti segreti riguardanti governi, banche, industrie e operazioni militari, ricevuti da fonti anonime. Una vicenda ricostruita in maniera non del tutto brillante da Bill Condon che, dopo essersi dedicato al fantasy con gli ultimi due episodi della saga di Twilight, nel suo nuovo film, Il quinto potere, ricostruisce una delle vicende più controverse degli ultimi anni attraverso una trama caratterizzata da tradimenti, segreti ed intrighi internazionali.

Nel 2007 Julian Assange (Benedict Cumberbatch), fondatore del movimento WiliLeaks, incontra a Berlino il giornalista Daniel Domscheit-Berg (Daniel Brühl) con il quale inizia una collaborazione vincente con moltissimi documenti segreti portati alla luce. Grazie a queste imprese il sito raggiunge un’enorme popolarità fino a quando i due  si trovano a gestire, non senza problemi, il ritrovamento e la pubblicazione di file riguardanti la guerra in Afghanistan.

Anche un cinefilo della prima ora noterebbe il forte richiamo nel titolo italiano (The Fifth Estate in originale) ad un capolavoro come Quarto Potere, nel quale, sullo sfondo della ricostruzione della vita del magnate Charles Foster Kane, viene analizzato come il controllo della stampa garantisca un enorme potere. La vicinanza all’opera di Orson Welles non non si limita ad una semplice assonanza ma è anche tematica dal momento che Il quinto Potere tratta di un’ulteriore evoluzione del mondo dell’informazione, rappresentata dalla’avvento di internet con la possibilità di diffondere notizie in tempo reale e non sempre per vie ufficiali. È proprio questo il punto nodale attorno al quale si sviluppa una trama che scorre in maniera piacevole e senza grossi intoppi grazie all’inserimento dei meccanismi tipici delle spy story che tanto affascinano il pubblico. Se l’impianto narrativo lascia trasparire una notevole cura da parte del regista, lo stesso discorso non vale per l’attenzione riservata ai personaggi e alle loro psicologie solo in parte accennate e trattate attraverso collaudati stereotipi. Ne è un esempio lampante il personaggio di Assange (buona nonostante tutto la prova di Cumberbatch) il cui spirito ribelle viene in alcuni tratti banalizzato come appare evidente nei flashblack della sua infanzia  inseriti un po’ alla rinfusa.


Dettagli

  • Titolo originale: The Fifth Estate
  • Regia: Bill Condon
  • Fotografia: Carter Burwell
  • Musiche: Tobias A. Schliessler
  • Cast: Benedict Cumberbatch, Daniel Brühl, Peter Capaldi, Jamie Blackey, Stanley Tucci, Laura Linney, Anthony Mackie, Carice Van Houten, Moritz Bleibtreu
  • Sceneggiatura: Josh Singer

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti