Cinema

In Sala. Il cacciatore di donne.

Vincenzo De Divitiis

Il film d’esordio del regista Scott Walker recupera il fascino del serial killer, archetipo di una produzione cinematografica sconfinata.

Il serial killer ha da sempre esercitato un grande fascino nei confronti del mondo del cinema, basti pensare alla tanto misteriosa quanto affascinante figura di Ed Gein la cui storia ha ispirato due capisaldi della storia del cinema come Non aprite quella porta e Psycho del maestro Alfred Hitchcock. Un richiamo irresistibile anche per il regista neozelandese Scott Walker, il quale con il suo film d’esordio, Il cacciatore di donne, intende raccontare la vicenda di Robert Hansen, serial killer che negli anni Ottanta uccise brutalmente decine di donne nella regione dell’Alaska. Un battesimo senza dubbio positivo per merito di una ricchezza di contenuti e di una sceneggiatura (l’autore è lo stesso Walker) lineare grazie alla quale lo spettatore viene coinvolto in un’indagine tortuosa e ricca di colpi di scena.

Il detective Jack Halcombe (Nicolas Cage), deciso ad abbandonare il servizio, si trova davanti ad una serie di efferati omicidi ai danni di giovani donne. Il maggiore sospettato è un uomo all’apparenza tranquillo, Robert Hansen (John Cusack) al carico del quale non vi sono prove schiaccianti. Proprio nel momento in cui l’indagine sembra arenarsi compare sulla scena Cindy (Vanessa Hudgens), una ragazza riuscita a scappare prima di essere uccisa, la cui testimonianza potrebbe risultare decisiva.

In un periodo storico nel quale il femminicidio è tornato ad imperversare le pagine di cronaca, è inevitabile che l’attenzione si concentri sul personaggio di Cindy la cui psicologia viene resa il più possibile complessa e combattuta. Un personaggio nel quale si condensano la paura di raccontare le violenze subite e la voglia di ricominciare una nuova vita, stato d’animo ben rappresentato da una Hudgens autrice di un’ottima performance che conferma la sua progressiva maturazione artistica. Un discorso non applicabile per i due personaggi maschili che, nonostante la bravura di Cage e Cusack, appaiono caratterizzati in maniera superficiale e fin troppo stereotipata. Il tutto viene accompagnato da un’ottima capacità di Walker di mantenere sempre alto il livello di tensione e di non cadere nel tranello di mettere in scena immagini cruente e sanguinose. Quest’ultime avrebbero garantito di certo maggior realismo, ma non avrebbero rispecchiato il carattere psicologico del plot. Da segnalare, infine, l’ottima fotografia realizzata da Patrick Murguia, attraverso la quale vengono ricreate le atmosfere cupe e fredde tipiche dei thriller nordici.


Dettagli

  • Titolo originale: The Frozen Ground
  • Regia: Scott Walker
  • Fotografia: Patrick Murguia
  • Musiche: Lorn Balfe
  • Cast: Nicolas Cage, Vanessa Hudgens, John Cusack
  • Sceneggiatura: Scott Walker

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