In Sala. Hotel Transylvania 2
Contrariamente alle aspettative Genndy Tartakovsky coi suoi mostri classici replicano il successo di Hotel Transylvania.
Sono lontani i tempi in cui Dracula, il vampiro più famoso della storia nato dalla mente di Bram Stoker, e tutti gli altri mostri della tradizione horror venivano interpretati solo nella loro accezione più cruenta e tenebrosa e popolavano i soliti castelli austeri e cripte piene di ragnatele e trappole. Negli anni, infatti, la vena parodistica e la propensione ad adattare tali figure a gusti più giovanili hanno trasformato il modo di percepire e rappresentare tali prototipi con maggiore predisposizione verso l’universo dei vampiri, basti pensare alle numerose saghe per teenagers. Non stupisce quindi vedere un conte Dracula in versione nonno strampalato alle prese con un nipotino da crescere e un rapporto con la figlia da salvaguardare: è quello che accade in Hotel Transylvania 2, fortunato sequel del film del 2012 che tanto successo aveva riscosso, con alla regia il confermatissimo Genndy Tartakovsky, nome affermato nell’ambito dell’animazione.
Mavis (Selena Gomez) e Jonathan (Adam Sandler) coronano il loro sogno d’amore con il matrimonio e la nascita di un figlioletto di nome Dennis. Come ampiamente prevedibile, in famiglia sorge una diatriba sulla natura umana o vampiresca del neonato ed il nonno Drac (Adam Sandler), non accettando che il nipote non abbia preso dal suo gene, cerca in tutti i modi di trasformarlo in un mostro con l’aiuto dei suoi amici di sempre. La volontà del Conte, tuttavia, si scontra con quella dei genitori del piccolo e ciò fa scaturire un rapporto teso tra Mavis e suo padre.
Bissare l’ottimo risultato del primo capitolo era impresa alquanto ardua, eppure questo Hotel Transylvania 2 non sfigura affatto nei confronti del suo predecessore e anzi mette sul tavolo gag esilaranti e un ritmo pimpante e veloce che conferisce alla pellicola una veste sempre più suggestiva. Ciò avviene grazie all’idea di evolvere i personaggi, rendere i rapporti fra loro più complessi senza però disperdere la comicità basata sia sulla fisicità dei personaggi che sulle differenze e incongruenze fra gli essere umani e le creature mostruose. Proprio da questo spunto ne scaturiscono siparietti grotteschi che giocano molto sullo scontro fra la modernità e la dimensione antica dalla quale provengono i membri della scalcagnata banda guidata dal conte Drac: si assistono dunque a selfie in compagnia di Frankenstein (Kevin James), video su YouTube del vampiro che si lancia in un volo disperato per salvare il nipotino e mummie che ballano a ritmo di musiche da discoteca. Tutto questo, come già detto, non offusca la complessità di uno script solido e attento ad ogni sfaccettatura caratteriale dei personaggi, anzi lo arricchisce di valore senza mai risultare pretenzioso o andare aldilà del compito del target a cui è rivolto. Insomma, Hotel Transylvania 2 è un film divertente e profondo al punto giusto e proprio per questo adatto ad un pubblico di ogni età.