Cinema

In Sala. Grand Budapest Hotel

Marina Niceforo

In un lussuoso albergo del centro Europa, la fiaba pop di un concierge e del suo aiutante, per una storia di alti valori raccontata da Wes Anderson.

Dopo il Gran premio della giuria vinto al Festival di Berlino di quest’anno, Grand Budapest Hotel riceve l’ottima accoglienza anche del botteghino italiano, dove risulta essere uno dei film più visti del weekend. Non serve conoscere e amare Wes Anderson, infatti, per accostarsi con totale curiosità a questo film e – nonostante quello di Anderson resti comunque cinema indie – lasciarsi rapire dal suo mood da fiaba pop.

Questa volta la storia è ispirata alle opere dello scrittore austriaco Stefan Zweig, che nel prologo del film racconta di un suo soggiorno al Grand Budapest Hotel, struttura ormai decadente in un immaginario paese delle montagne mitteleuropee, alla fine degli anni ’60.  Qui lo scrittore (impersonato da Jude Law) conosce Zero Moustafa, proprietario dell’albergo, che gli racconta la sua storia da “garzoncello” a milionario.

Tutto inizia dal suo arrivo, negli anni ’30, al Grand Budapest Hotel come lobby boy, garzoncello appunto, e dal suo incontro con l’illustre concierge Gustav H. (Ralph Fiennes); tra i due si instaura un rapporto di fiducia e stima reciproca che porta Zero a diventare l’assistente personale di Gustav. Così, quando questi eredita un quadro di valore da una delle sue amanti ultra ottuagenarie (Tilda Swinton), i due sono costretti a fuggire dalle ire del figlio di lei, Adrien Brody, dal suo scagnozzo Willem Dafoe, e dalla polizia capitanata da Edward Norton.

La serie degli eventi nella scrittura di Anderson, si sa, è sempre vorticosa ed eccitante, divertente e bizzarra e già di per sé affascinante abbastanza da rendere ogni film un piccolo capolavoro; se poi si aggiunge il suo particolarissimo stile di regia, fatto di immagini geometricamente perfette, di piani riempiti e sfruttati al meglio (ancor di più se in 4:3, come in tutta la parte centrale del film), di simmetrie e di bellissimi quadri d’insieme, allora si può affermare con convinzione che Grand Budapest Hotel è uno dei migliori del regista americano. Robert Yeoman alla fotografia e Alexandre Desplat alle musiche, nonché l’intera lista di comparse consolidate nella filmografia di Anderson (da Bill Murray a Owen Wilson, da Harvey Keitel a Jason Schwartzman), sono le ennesime conferme per un cast tecnico e artistico indimenticabile.

Al tempo dell’incontro con lo scrittore, il signor Zero Moustafa alloggiava ancora nella sua camera di lobby boy, che amava ancora come tutto quell’albergo in declino, e solo nel finale ne capiamo la nobile motivazione.


Dettagli

  • Titolo originale: The Grand Budapest Hotel
  • Regia: Wes Anderson
  • Fotografia: Robert D. Yeoman
  • Musiche: Alexandre Desplat
  • Cast: Ralph Fiennes, Bill Murray, Saoirse Ronan, Tony Revolori, Jude Law, Owen Wilson, Tilda Swinton, Willem Dafoe, Adrien Brody, Léa Seydoux, Edward Norton, Harvey Keitel
  • Sceneggiatura: Wes Anderson

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