Cinema

In Sala. Gebo e l’ombra

Cristina Lucarelli

Il ritorno alla teatralità del cineasta lusitano Manoel de Oliveira al suo trentaseiesimo lungometraggio.

Lo avevamo lasciato nel 2010, all’epoca de Lo strano caso di Angelica – una sottovalutata storia d’amore, drammatica e fantasmagorica – e lo ritroviamo a distanza di quattro anni (almeno per il nostro Paese, visto che l’opera di cui tratteremo  è targata 2012): parliamo del regista portoghese Manoel de Oliveira e della sua ultima fatica Gebo e l’ombra.

Tratto dal dramma O Gebo e a Sombra di Raul Brandão, l’omonima pellicola è una lucida e atemporale riflessione sulla contemporaneità e, allo stesso tempo, una denuncia contro quella corruzione sociale e spirituale che ha imperversato in Portogallo negli anni ’20. Ambientato nella Parigi di oggi, il film si concentra sulla messa in scena della povertà: Gebo (Michael Lonsdale) è un vecchio contabile che (soprav)vive con la moglie Doroteia (Claudia Cardinale) e la nuora Sophie (Leonor Silveira); il figlio João (Ricardo Trêpa)è misteriosamente scomparso otto anni prima…

La prima cosa che salta all’occhio di qualsiasi spettatore si accinga a guardare Gebo e l’ombra è la forte teatralità in cui è immersa l’opera: inquadrature a camera fissa per lo più, pochi campo/controcampo, la centralità del “parlato”, gli spazi in cui i personaggi prendono vita (o morte). Semplice teatro filmato? Oppure cinema coraggioso e illuminante? Manoel de Olivera è davvero troppo bravo e navigato per restare ancorato ad un didascalismo sterile e alla semplice registrazione di un oggetto di altra natura, in questo caso teatrale.

Il cineasta lusitano raddoppia la posta in gioco nel momento stesso in cui raddoppia la “visione” del suo ultimo lavoro: se essenzialmente è il teatro a farla da padrone, la capacità di resa è esplicitamente cinematografica. Il mondo filmato da de Olivera è un mondo antinaturalistico eppure saldamente ancorato alla realtà odierna e che ancora una volta ci narra le antitesi per eccellenza, quelle tra il bene e il male, tra verità e menzogna, tra la collettività e l’individuo, tra il crimine e l’onestà. In un’atmosfera da Kammerspielfilm, con una fotografia quasi sepolcrale, una regia minimale e un’ottima interpretazione generale, il regista portoghese restituisce al pubblico una visione ardita di cinema, in cui tutto e il contrario di tutto possono coabitare dolcemente nel “dispiegarsi della vita”: un matrimonio di ombra e luce, o meglio, di sombra e luz, come direbbe lo stesso de Olivera.


Dettagli

  • Titolo originale: Gebo et l'ombre
  • Regia: Manoel de Oliveira
  • Fotografia: Renato Berta
  • Musiche: Tiago Matos
  • Cast: Michael Lonsdale, Claudia Cardinale, Jeanne Moreau, Leonor Silveira, Ricardo Trêpa, Luís Miguel Cintra
  • Sceneggiatura: Manoel de Oliveira
  • Altro:

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