In Sala. Forza maggiore
Lo svedese pluri-premiato Ruben Östlund giunge in Italia con le sue valanghe di neve ed emotive sulle Alpi francesi.
Ha mancato l’Oscar come Miglior Film Straniero all’inizio di quest’anno, ma non manca certo di riconoscimenti Forza maggiore, l’originale psico-dramma scritto e diretto da Ruben Östlund che nel 2014 ha fatto incetta di premi altrettanto importanti in tutto il mondo (tra i quali il Premio della Giuria a Cannes e il Premio di miglior film svedese dell’anno).
Una famiglia svedese composta da madre, padre, e due bambini, sta trascorrendo una vacanza sulle Alpi francesi, tra piste da sci e relax pomeridiano; un giorno, durante una pausa su un rifugio, la famiglia assiste – inizialmente con stupore, successivamente temendo il peggio – ad una slavina che si abbatte a pochi metri da loro, evento che innesca reazioni diverse in ognuno dei componenti della famiglia, e in particolare nel padre.
Östlund confeziona questo film con precisione geometrica: tutto, in Forza maggiore, è calcolato per essere esattamente dove si trova, per rispondere a canoni estetici rigidissimi, e rispettare tempi strategici che scatenano valanghe (emotive) al momento giusto. Dal punto di vista formale, le Alpi innevate si presentano in tutta la loro eleganza e la loro inquietante maestosità (grazie anche alla fotografia fredda di Fredrik Wenzel), fungendo da perfetto contraltare alle scene d’interno ambientate nell’albergo. L’attenzione sui panorami non è meno forte di quella sui personaggi, e in entrambi i casi l’occhio della telecamera è fisso e osserva da distanza ravvicinata l’azione, riuscendo perfettamente nell’intento di comunicare il costante senso di disagio dei personaggi.
A livello narrativo, la storia è improntata al minimalismo assoluto, e si serve del piccolo elemento scatenante iniziale per costruire le reazioni emotive dei due protagonisti (la moglie Ebba/Lisa Loven Kongsli e il marito Tomas/Johannes Bah Kuhnke) in maniera volutamente sproporzionata ed esagerata rispetto alle reali dimensioni del problema di base, relativo alla figura di Tomas, fino al crollo psicologico della parte conclusiva.
La lettura di Forza maggiore va meditata a lungo, approfittando della forse eccessiva lentezza degli stessi tempi narrativi, e non sempre la necessità di ogni scena appare evidente; tuttavia, è nell’impatto d’insieme che questo film rivela le sue qualità, nascondendo qualche forzatura – può dare infatti fastidio la sospensione del dubbio che viene richiesta allo spettatore di fronte ad una questione così piccola. Un po’ come una bella foto di famiglia in montagna, in cui i sorrisi nascondono le crepe interiori.
Dettagli
- Titolo originale: Force Majeure
- Regia: Ruben Östlund
- Fotografia: Fredrik Wenzel
- Musiche: Ola Fløttum
- Cast: Johannes Bah Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Clara Wettergren, Vincent Wettergren, Kristofer Hivju, Fanni Metelius
- Sceneggiatura: Ruben Östlund