In Sala. Disconnect
Internet è il drammatico fil rouge del secondo lungometraggio di Henry Alex Rubin, una sequela di storie e personaggi sempre più distanti.
Ci sono tematiche particolarmente a rischio di cadere, nella rappresentazione cinematografica, nella paraboletta didascalica tutta estremi manichei e superficialità. Le dinamiche relazionali delle persone con, e attraverso, internet sono sicuramente tra queste.
Disconnect, secondo lungometraggio di Henry Alex Rubin, evita fortunatamente questa eventualità, riuscendo a mantenere per l’intera estensione il giusto equilibrio tra verosimiglianza e incisività del racconto senza scadere nell’ovvio. La prima è conseguita soprattutto grazie alla fotografia fredda e le inquadrature inusuali, instabili, colte da zoom e movimenti improvvisi, con un effetto “scatto rubato” sufficientemente funzionale al tono diretto e poco patinato.
Il racconto, invece, si dischiude interamente su linee parallele che, come da tradizione di questa tipologia (pensate a Disconnect come a un Traffic a tematica internettiana, e non sarete lontani dalla realtà), si intersecano sporadicamente. Sono tre le storie che animano la narrazione corale: storie come quella di Nina (Andrea Riseborough), giornalista televisiva che cerca lo scoop della vita intervistando Kyle (Max Thieriot), un giovane che, insieme ai tanti “coinquilini” minorenni, si spoglia in webcam per spettatori paganti. Ci sono Cindy (Paula Patton) e Derek (Alexander Skarsgård), coppia di sposi che ha metabolizzato male la scomparsa dell’unico figlio e sconta una distanza sempre più ampia mentre rimane vittima di un furto informatico di dati che riduce i coniugi sul lastrico, oltre a costringerli a svelare le proprie, talvolta poco limpide, abitudini informatiche. Ancora, incontriamo i ragazzini Jason e Frye, che prendono di mira il solitario compagno di scuola Ben (Jonah Bobo), creando un profilo Facebook fittizio di ragazza che fingono abbia interesse per il coetaneo, prendendosi gioco delle sue reazioni.
Ognuna delle storie avrà sviluppi imprevisti e pesanti ripercussioni, eppure il racconto è lontano dal puntare il dito verso la rete, appuntandola a colpevole delle deviazioni: il mezzo informatico è visto come sale sulle ferite, come catalizzatore che interviene a esasperare distrazioni, problemi e tensioni pregresse. Le “connessioni” problematiche, infatti, risultano decisamente essere quelle tra le persone stesse che, se vogliono sperare di non rimanere incagliate in poco evidenti sabbie mobili informatiche, farebbero bene a ricercare prima un equilibrio solido nella vita reale.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Henry Alex Rubin
- Fotografia: Ken Seng
- Musiche: Max Richter
- Cast: Jason Bateman, Hope Davis, Frank Grillo, Michael Nyqvist, Paula Patton, Alexander Skarsgård, Max Thieriot, Andrea Riseborough, Jonah Bobo
- Sceneggiatura: Andrew Stern