Cinema

In Sala. Crimson Peak

Vincenzo De Divitiis

Il messicano Guillermo Del Toro confeziona una pregiata lettera d’amore al cinema e alla letteratura gotica delle ghost story.

 

In un periodo storico dominato da horror dozzinali e confezionati ad hoc per un pubblico vasto e perlopiù poco alfabetizzato del genere, riproporre un filone così lontano nel tempo come la ghost story gotica è un’operazione tanto ambiziosa quanto rischiosa e degna di essere portata avanti solo da un regista dotato di raffinatezza stilistica e un tocco autoriale ben riconoscibile come quello del messicano Guillermo Del Toro. Dopo essersi misurato con la fantascienza con lo stupefacente Pacific Rim, Del Toro si cimenta di nuovo col suo grande amore, l’horror, con Crimson Peak. Un’opera fuori dagli schemi produttivi moderni nella quale si mescolano la voglia di riassaporare il gusto del vecchio cinema, la capacità di sperimentare e dar corpo a soluzioni visive e tecniche ammalianti per chi guarda e la concezione Deltoriana del fantasma come idea metaforica inserita all’interno di un intreccio solo un po’ lento in alcuni punti, ma comunque solido ed efficace.

Edith Cushing (Mia Wasikowska) è una giovane scrittrice la cui fervida fantasia è stimolata dalle sue capacità medianiche che fin da piccola le permettono di vedere fantasmi, su tutti quello della mamma defunta che le appare per metterla in guarda da un posto chiamato Crimson Peak. Un monito in apparenza privo di significato fino a quando la protagonista incontra il tenebroso Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), un ambizioso ingegnere inglese giunto in America per proporre un brevetto al padre di Edith, del quale si innamora con relative nozze quasi immediate. I due vanno a vivere nella residenza inglese di Sharpe insieme alla sorella Luciella (Jessica Chastain). La vita per Edith diventerà ogni giorno più difficile per via dei segreti custoditi nella casa e dai due fratelli, rendendo così fondati i continui avvisi della madre.

Perfino ad uno spettatore medio appare chiaro che quello di Del Toro è una grandissima dichiarazione d’amore verso il cinema del terrore anni Cinquanta e Sessanta e i suoi riferimenti spaziano dai film della Hammer ai gotici made in Italy. Dai primi l’autore messicano mutua la trama dalla forte venatura sentimentale, al limite del dramma, e la propensione allo splatter che aveva caratterizzato l’ultima fase della casa di produzione britannica; dai secondi, invece, l’influenza maggiore è riscontrabile in un uso quasi pittorico di colori sgargianti e accesi che rappresentavano il marchio di fabbrica del nostro maestro Mario Bava. Questi colori, e qui va reso grandissimo merito alla fotografia di Dan Laustsen, invadono gli spazi interni della Allerdale Hall che, sulla falsa riga de Il crollo della casa degli Usher di Poe, rappresenta l’ultimo baluardo di una famiglia ormai in decadenza e difesa fino all’ultimo dall’unità ai limiti dell’incesto dei fratelli Sharpe. Mirabile il lavoro svolto sui personaggi le cui caratteristiche sono tratteggiate solo nella misura necessaria allo svolgimento della narrazione e interpretati da un cast all’altezza della situazione. Crimson Peak, in conclusione, è un lavoro colto e supportato da un meccanismo di tensione ben rodato e adeguato per toccare le corde del genuino terrore.

 

 


Dettagli

  • Titolo originale: Crimson Peak
  • Regia: Guillermo Del Toro
  • Fotografia: Dan Lausten
  • Musiche: Fernando Velázquez
  • Cast: Mia Wasikowska, Tom Hiddleston, Jessica Chastain, Charlie Hunnam, Jim Beaver
  • Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Matthew Robbins

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