Cinema

In Sala. Cenerentola

Giovanni Bottiglieri

L’inglese Kenneth Branagh e la sua regia senza smalto per la versione live action della fiaba di Cenerentola.

 

La Walt Disney Pictures presenta un nuovo adattamento cinematografico della fiaba di Cenerentola, già apparsa sullo schermo nel 1950 e divenuta una delle pellicole di animazione più celebri della storia del cinema. Questo nuovo prodotto di Hollywood, diretto da Kenneth Branagh, vede Lily James nei panni della giovane Ella e la partecipazione straordinaria di Cate Blanchett, alias Lady Tremaine, la perfida matrigna.

Ella è una bella ragazza di campagna che vive felicemente circondata dall’affetto dei suoi genitori, ma Il fato si abbatte sulla sua gioia portandole via la madre (Hayley Atwell). Messa a dura prova da questa perdita, Ella reagisce con “coraggio e gentilezza”, una formula che la madre, prima di morire, le ha pregato di seguire sempre. Dopo alcuni anni il padre della ragazza (Ben Chaplin), un buon mercante di tessuti, fa la conoscenza della moglie del presidente dei commercianti di tessuti, anch’ella rimasta vedova, Lady Tremaine (Cate Blanchett), che s’introduce così nella casa di Ella, portando con se le sue due figlie, Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera). Lady Tremaine pian piano riesce a soggiogare il compagno, dapprima gestendo la casa, poi dopo la morte di lui, riducendo la ragazza alla condizione di serva e dominando illegittimamente i suoi averi.

La canonicità di questo prodotto hollywoodiano opprime il senso e la morale del film, ben più universale del modo in cui i sentimenti vengono presentati. Walt Disney, da una posizione di potere forte, ha sempre combattuto il cinismo, l’opportunismo e i sentimenti negativi dipingendo un mondo spesso inverosimile e surreale, per cui i toni eccessivamente fiabeschi ed improbabili sono giustificati dall’ottica dominante di questo marchio. Alcuni nuovi film Disney, che a onor del vero sono stati agevolati dalla leggerezza del debutto (vedi Maleficent), hanno utilizzato una scrittura dei caratteri e delle azioni maggiormente aderenti ai sentimenti del nostro tempo, spesso legati alla disillusione, all’egoismo e alla vendetta. Non che prima non esistessero, ma la patina con la quale la Disney preferiva proteggere il suo pubblico è stata rimossa, introducendo (un altro riferimento a Maleficent) un ribaltamento dei ruoli, la complicità fra il buono e il cattivo e la ricerca di una umanità più definita e più mutevole.

In Cenerentola, invece, l’unico elemento che farebbe supporre un tentativo di maggiore aderenza è rintracciabile in una scena in cui anche la matrigna, per quanto perfida e dedita ai sotterfugi, ha le sue “buone” ragioni per tarpare le ali ad Ella; Lady Tremaine è una donna frustrata, ben due volte vedova e con due figlie stupide (è lei stessa ad ammetterlo) da tirare su. La sua ambizione è malata ed è fortemente connessa con l’impossibilità di rinunciare ad una vita agiata per la quale è disposta a reprimere il bello, il buono e l’ottimistico. Il rimprovero principale che bisogna fare a questo film è di non aver osato.


Dettagli

  • Titolo originale: Cinderella
  • Regia: Kenneth Branagh
  • Fotografia: Haris Zambarloukos
  • Musiche: Patrick Doyle
  • Cast: Cate Blanchett, Lily James, Richard Madden, Helena Bonham Carter, Sophie McShera
  • Sceneggiatura: Chris Weitz

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