In Sala. Boyhood
A due anni dalla fine e dodici anni di produzione dopo, Richard Linklater esce nelle sale con il suo nuovo esperimento su narrazione e tempo nel mezzo cinematografico
Il texano Richard Linklater non può definirsi un regista sperimentale a tutti gli effetti, ma le qualità di un uomo del campo le ha e le sfrutta in ogni modo in uno studio della narrazione e gli effetti del tempo su di essa. Conosciamo tutti la bellissima trilogia nata con Before Sunrise, proseguita con Before Sunset e conclusasi con Before Midnight. Il montaggio potrebbe essere il mezzo perfetto per giocare col tempo, il CGI e il trucco possono ingannare il corpo, ma Linklater non cerca scorciatoie e dopo 12 anni di lavorazione fa uscire nelle sale un film unico nella storia del cinema: Boyhood.
Nel 2002 iniziò il casting, Ellar Coltrane, appena 6 anni, fu scelto per interpretare Mason Jr. fino al compimento del diciottesimo anno di età; lo stesso avvenne per la figlia del regista, Lorelei Linklater e per i due attori che avrebbero interpretato i genitori nel corso di questo decenni, Ethan Hawke e Patricia Arquette. È, come da titolo, la storia di un’infanzia e di un’adolescenza, la vita di più persone viste dalla prospettiva di un ragazzo e la sua crescita, posto ad affrontare un divorzio prima ancora di poterne conservare la memoria, due patrigni alcolizzati e la normalità di sempre.
Boyhood non è in alcun modo un film catalogabile, non lo si può definire un drammatico se non che nelle sue accezioni più generiche, tanto meno una commedia o qualunque altro genere immaginabile: il film di Linklater è documentaristico negli intenti, osserva i cambiamenti del corpo di Mason Jr. e di chi gli orbita attorno con uno sguardo intimo e personale, forse l’unico capace di restituire in qualche modo l’universalità dell’esistenza. Solo così allo spettatore è data una chance di avvicinarsi alle vicende di Mason Jr., come un David Copperfield privato delle sue avventure e/o disgrazie.
Appare infatti chiaro sin dall’inizio che nel Boyhood di Linklater non vi saranno momenti di particolare emozione, se non quelli che tutti noi potremmo vivere, non ci sono picchi o avvallamenti nella narrazione, tutto procede in avanti, nell’unica direzione possibile (ce lo ricorda Mandy Patinkin nell’indie Wish I Was Here non distribuito in Italia, per ricordarci anche la pessima distribuzione dello stesso Boyhood). Il risultato è un’opera senza pari nella storia del cinema, perfetta nella sceneggiatura, ma anche nella regia, un campo in cui Linklater continua a farsi valere, dimostrando di essere una delle vere punte di diamante del cinema degli Stati Uniti d’America.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Richard Linklater
- Fotografia: Lee Daniel, Shane F. Kelly
- Cast: Ellar Coltrane, Lorelei Linklater, Patricia Arquette, Ethan Hawke
- Sceneggiatura: Richard Linklater