In Sala. Blackhat
Ricompare sulla scena internazionale un Michael Mann in forma immerso nel mondo della criminalità informatica.
Tra i ritorni più attesi della prima metà di questo 2015 c’era senza dubbio quello di Micheal Mann, maestro del cinema americano che negli hanno ha dispensato titoli divenuti autentici cult per tutti gli appassionati. Quest’ultimi non sono di certo rimasti delusi dal suo ultimo film, intitolato Blackhat, che rappresenta un’ulteriore conferma -se mai ce ne fosse bisogno – della grande abilità del regista statunitense con il genere thriller. Blackhat, infatti, si rivela un’opera avvincente, tesa e al passo con i tempi visto le tematiche e il campo tecnologico sul quale si combatte la classica lotta tra bene e male, ma anche rispettosa della tradizione poiché Mann non disperde la cifra stilistica che da sempre lo ha contraddistinto e in alcuni punti si rifà a certo cinema action-thriller anni Ottanta e Novanta per quanto riguarda le ambientazioni metropolitane.
La Cina e gli Stati Uniti vengono presi di mira da due attacchi informatici che causano l’esplosione di una centrale nucleare a Hong Kong e fanno schizzare a livelli spropositati il prezzo della soia alla borsa di Chicago. Decisi a risolvere tale situazione, le autorità Americane e Cinesi iniziano una collaborazione per combattere questo nemico invisibile, e per farlo fanno uscire di prigione Nick Hathaway (Chris Hemsworth), un detenuto dal quale i pirati informatici pare abbiano tratto ispirazioni per la loro truffa. Inizia così una lunga indagine contraddistinta da morti e desiderio di vendetta.
Come accade nei western e nei polizieschi, Mann ama mischiare le carte e giocare con i confini tra il bene e il male, lasciando così che i buoni e i cattivi diventino parte della stessa barricata e nessuno dei personaggi venga delineato in maniera semplicistica, ma acquisti una psicologia bene delineata e profonda. Tutto ciò non può che rappresentare uno stimolante preludio a una vicenda che vive di momenti diversi fra loro per dinamiche e modalità di svolgimento; a una prima parte più cerebrale e di stampo da thriller informatico nel quale il nemico da combattere è assente dalla scena, infatti, ne fa seguito una seconda in cui il tema della vendetta la fa da padrona e i protagonisti aprono una caccia che accelera di gran lunga il ritmo della pellicola. Il regista, dunque, alterna toni da giallo ad altri molto vicini all’action puro con spettacolari sparatorie e un duello finale tutto da gustare, con un confronto uomo a uomo reso in maniera realistica e raffinata, nonostante gli spazi angusti. Se la regia si rivela quindi solida e perfetta, anche il cast non è da meno e il sorprendente Hemsworth viene affiancato da un gruppo di interpreti tutti all’altezza del loro compito, fra cui vanno menzionati Leehom Wang e Wei Tang.
Dettagli
- Titolo originale: Blackhat
- Regia: Michael Mann
- Fotografia: Stuart Dryburgh
- Musiche: Harry Gregson-Williams, Atticus Ross, Leopold Ross
- Cast: Chris Hemsworth, Viola Davis, Wei Tang, Leehom Wang, Andy On, John Ortiz
- Sceneggiatura: Morgan Davis Foehl