In Sala. Automata
Un successo mancato il film di fantascienza spagnolo di Gabe Ibáñez con Antonio Banderas.
È possibile fare del buon cinema di fantascienza al di fuori dei confini e con logiche produttive e di mercato diverse? La risposta è affermativa e a darcela sono gli spagnoli che negli ultimi anni hanno saputo sfornare ottimi prodotti grazie a registi come Nacho Vigalondo e Gabe Ibáñez, ex collaboratore di Álex De la Iglesia e ultimo in ordine di tempo a cimentarsi con un genere nel quale talvolta la mancanza di grandi budget può essere compensata da un’abbondanza di idee brillanti. Il suo secondo lavoro, intitolato Automata, infatti si inserisce a tutti gli effetti nel filone dei film post atomici e cerca di raccontare un futuro nel quale i rapporti tra l’uomo e le macchine è sempre più stretto e complesso. Il risultato, tuttavia, non convince in pieno e così la sua opera si rivela riuscita a metà.
Nel 2044 la Terra è in preda a una grave catastrofe naturale che ha dato vita ad enormi zone desertiche radioattive e costretto di conseguenza gli uomini ad arroccarsi in grosse megalopoli. Tali agglomerati urbani sono popolati sia da uomini che da robot, utilizzati come manovali e progettati secondo due protocolli: non possono mettere a rischio nessuna forma di vita e non possono alterare se stessi. Jacq Vaucan (Antonio Banderas), ispettore di una società di assicurazioni, durante i suo controlli scoprirà che tuttavia non tutte le macchine rispondono a queste disposizioni e tasterà con mano una realtà ben diversa.
Ibáñez, come detto, si allaccia al filone post atomico e in tale direzione mostra tutta la sua abilità nella messa in scena di atmosfere vivide e spettrali e paesaggi desolati che evidenziano al meglio lo stato di regresso in cui l’umanità è piombata, e non solo dal punto di vista tecnologico. Le ottime ambientazioni non sono le uniche note positive di un comparto visivo che ha la sua punta di diamante nella realizzazione di robot, dall’aspetto molto minimale ed essenziale ma proprio per questo in linea con la volontà dell’autore di caratterizzarli come semplici esseri umani. Questa impostazione da puro cinema di fantascienza, tuttavia, viene contaminata da una spiccata vena noir con Vaucan (buona l’interpretazione di un sempre bravo Banderas) alle prese con indagini di carattere scientifico e intrighi più grandi di lui che non sono altro che il punto focale della ribellione delle macchine contro l’uomo e i suoi sciagurati comportamenti. Da possibile punto di forza, però, questi mix si trasforma in un enorme limite per un plot che fatica a decollare proprio a causa del fatto che queste diverse anime componenti il film, non riescono ad amalgamarsi e diventare una struttura solida e lineare.
Dettagli
- Titolo originale: Autómata
- Regia: Gabe Ibáñez
- Fotografia: Alejandro Martínez
- Musiche: Zacarías M. de la Riva
- Cast: Antonio Banderas, Dylan McDermott, Melanie Griffith, Birgitte Hjort Sørensen, Robert Forster
- Sceneggiatura: Gabe Ibáñez, Igor Legarreta, Javier Sánchez Donate