Caroline Matilda, Principessa del Galles prima del Novembre del 1766 sognava il matrimonio con Cristiano VII, Re di Danimarca e Norvegia, a cui era stata data in sposa sin dalla sua nascita. Il marito ideale: amante delle arti, letteratura e soprattutto molto interessato alla recitazione. La realtà non poteva essere più diversa, Cristiano VII, mentalmente disturbato è facile ai vizi, un ragazzotto abbandonato alla masturbazione ed alla prostituzione, un burattino del Consiglio che in realtà governava il paese col pugno di ferro. Sin da subito disprezzata dal Re, Caroline decise di rinchiudersi nelle sue stanze ed evitarlo non appena fu in attesa del primo figlio, il futuro Re Federico VI.

Il regista Nikolaj Arcel dà alla storia la connotazione di racconto in prima persona, la Regina Caroline, ma la vicenda è in realtà presa dagli studi storici poi messi su carta da Per Olov Enquist, The Visit of the Royal Physician, il cui soggetto è un uomo che fece storia e divenne poi protagonista col volto di Mads Mikkelsen del candidato al Premio Oscar come Miglior Film Straniero A Royal Affair. Johan Struensee era un medico tedesco operante in Danimarca, raccomandato da nobili decaduti alla posizione di Medico personale del Re, carica subito acquisita con l’accondiscendenza, ben presto sfociata in amicizia, cura quasi paterna del folle Re Cristiano VII e collaborazione governativa.

Era l’epoca dell’illuminismo, Struensee ne era un forte sostenitore, amante di Rosseau e Voltaire, e quando riuscì a convincere il Re a cambiare le cose portò la Danimarca su vette socio-politiche innovative, fino alla sua morte per esecuzione. A dispetto del titolo che sembra suggerire solo una storia d’amore segreta (realmente esistita tra Struensee e la sola Regina), A Royal Affair è in realtà anche il racconto di un’amicizia e di legami stretti, di tradimenti e di amore per le idee, una moltitudine di direzioni e temi che non giovano ad Arcel, il quale dopo un inizio accattivante comincia a perdere ritmo e a lasciare il film nelle mani del suo solo fascino storico.  Costumi, scenografie e musiche ovviamente non bastano a sopperire la mancanza di una visione distinta, così come il talento del triangolo attoriale Mikkelsen, Alicia Vikander e Mikkel Følsgaard non può reggerere da solo sulle sue spalle le oltre due ore di A Royal Affair.