In Sala. 2 giorni a New York
Dopo Due giorni a Parigi Julie Delpy torna a confrontare la realtà americana con quella francese in una commedia isterica e sopra le righe.
È passato un po’ di tempo da quando Marion (Julie Delpy) ha lasciato Jack (interpretato da Adam Goldberg nell’episodio precedente Due giorni a Parigi), e ora la quasi quarantenne fotografa francese vive a New York con il nuovo compagno Mingus (Chris Rock) e i loro rispettivi figli. Tutto va per il meglio nel loro appartamento-nido dove regna l’amore, la relazione tra i due è stabile e appagante e nulla sembra turbare la loro serenità, finché Marion non annuncia che la sua famiglia verrà in visita per due giorni in occasione di una sua mostra fotografica.
L’arrivo dei parenti francesi (il padre, la sorella e il fidanzato di lei nonché ex della stessa Marion) è l’evento che porta scompiglio nelle vite di Marion e Mingus: Marion, già presa dai preparativi per la mostra, cade in uno stato di semi-isterismo che la porta a straparlare, tentando di fare ordine nel caos generato dal padre burlone, dalla sorella ninfomane e dal cognato ignorante; Mingus, spiazzato dall’intrusione aliena e interdetto dalle frenetiche conversazioni in francese, cerca di ritrovare la sua tranquillità personale e professionale confidandosi con un cartonato di Obama.
È chiaro che l’intenzione della Delpy sceneggiatrice di 2 giorni a New York è quella di sfruttare gli equivoci generati dal contrasto tra le due culture americana e francese, ma quando ciò avviene attraverso una serie di situazioni che si avvicinano allo stereotipo (a partire dal fermo del padre all’aeroporto per aver portato negli Stati Uniti salami e formaggi francesi, alla vaga natura bohémien dei francesi in generale) ma che non sono neanche godibili come tali, e un umorismo che vorrebbe essere nonsense ma che invece è solo forzato, il risultato non è quello sperato. Ancor meno riuscita, si può dire, la caratterizzazione dei familiari francesi: se i personaggi di Marion e Mingus conservano un margine di credibilità, grazie al quale si riesce ancora a simpatizzare con loro in qualche modo, gli altri sono del tutto incapaci di generare alcun tipo di sentimento nello spettatore; se lo stile di vita parigino è caratterizzato come libertino e rilassato in opposizione al concreto modo di fare americano, ciò non è in nessun caso motivo di ironia o di sorriso.
La morale del film – altro obiettivo mancato – ricordare l’importanza della famiglia in ogni caso, per quanto scarsi possano essere i punti di contatto con i parenti, trovare un motivo alle nostre follie quotidiane per elevare i sentimenti che valgono, accettare le diversità altrui per farne una ricchezza nel nostro tessuto culturale.
Dettagli
- Titolo originale: 2 days in New York
- Regia: Julie Delpy
- Fotografia: Lubomir Bakchev
- Musiche: Julie Delpy
- Cast: Julie Delpy, Chris Rock, Albert Delpy, Alexandre Nahon, Kate Burton, Dylan Baker, Daniel Brühl
- Sceneggiatura: Julie Delpy, Alexia Landeau