Cinema

In Rete. Computer Chess

Fausto Vernazzani

On demand su MyMovies la bizzarra commedia di Andrew Bujalski su un gruppo di studenti alla ricerca di un computer capace di battere l’uomo a scacchi.

Nel circuito on demand di MyMovies, Computer Chess è uno di quei film difficili da immaginare nelle sale di qualunque paese, un film da vedere “su richiesta” come se si volesse andare a vedere un film che nessun altro andrebbe a vedere con solo una locandina a pubblicizzarlo fuori dal cinema. Non diverso è il motto del registaAndrew Bujalski, nato a Boston nell’anno che cambiò il modo di fruire il cinema, il 1977, e nel suo DNA c’è chiaramente il segno di una volontà di essere diverso.

Un film che finge di essere documentario dovrebbe trovare subito rifugio nello scatolone dove sono contenuti tutti gli altri mockumentary, ma la linea di demarcazione tra “videocamera personaggio” e regista è così sottile a volte che non si riesce a cedere all’illusione di star guardando un film che cerca di vendersi come verità. Girato con una PortaPak della Sony, Computer Chess è una visione degli anni Ottanta dove in un Hotel si tiene una convention dove diversi geni della CalTech si confrontano in una partita a scacchi che deciderà chi vincerà il titolo di miglior programmatore.

Ogni singolo personaggio ha nella sua stanza d’albergo il proprio programma di scacchi disegnato per sconfiggere tutti gli sfidanti umani, tra cui anche il poco modesto Pat Henderson, anche committente del video che ci apre le porte alla vita di questi giovani con qualche difficoltà a mettersi di fronte alla società reale. Stesso hotel, diversa sala conferenze, c’è chi di amore per la gente ne ha fin troppo, ovvero un gruppo di coppie in un ritiro new age per meditare e migliorare le proprie relazioni l’uno con l’altro, talvolta entrando in conflitti semi-seri con il team di scacchisti computerizzati.

Se l’intento di Bujalski era quello di realizzare un film che nessuno avrebbe altrimenti mai girato, conComputer Chess è riuscito nel suo scopo, superando se stesso con quest’opera a tratti esistenzialista, fuori da ogni schema cinematografico oggi utilizzato e rappresentato da altri autori a lui contemporanei e coetanei.

Quanto sfrontato appare il nostro tentativo di costruire una ‘intelligenza artificiale’ senza che nessuno sia capace di spiegare in maniera soddisfacente cosa sia l’intelligenza ‘naturale’”. Dichiarazione di Bujalski, che in una delle scene migliori e più assurde, ed anche sottilmente comiche a suo modo, vede uno dei protagonisti in un breve battibecco su dove sia l’anima con il proprio computer, a tratti più cosciente del suo stesso creatore, il cui sogno – come di tutti i suoi colleghi ivi presenti – non è altro che produrre qualcosa in grado di superarlo. Bujalski, senza bisogno di una macchina, ma solo con se stesso e la sua convinzione del bisogno di altre persone sopra ogni invenzione, è riuscito a superare se stesso con Computer Chess.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Andrew Bujalski
  • Fotografia: Matthias Grunsky
  • Musiche: /
  • Cast: Gerald Peary, Wiley Wiggins, Myles Paige, Gene Williams, Kevin Bewersdorf
  • Sceneggiatura: Andrew Bujalski

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