Cinema

In Rete. A Band Called Death

Valentina Esposito

Al Milano Film Festival e su MyMovies Live arriva la band protopunk dei Death, raccontata dalla coppia Covino e Howlett per dare ai posteri un gruppo storico da ricordare

In occasione del Milano Film Festival, MyMovies Live propone A Band Called Death, documentario musicale diretto da Mark Christopher Covino e Jeff Howlett dedicato alla scoperta della band nera che suonava punk molto prima che arrivassero le icone ufficiali del genere, dai Ramones ai Clash.

E’ il 1971 quando Bobby, Dannis e Dave, tre giovani ragazzi neri di Detroit, decidono di mettere su una band dal nome “Death”: destinati a terminare presto il loro viaggio musicale dopo diversi rifiuti dal mondo discografico, sarà solo 35 anni dopo che il sogno di vedere realizzato un proprio disco diventerà realtà. Entrano così nella storia della musica come la prima band protopunk e garage rock, come coloro che hanno anticipato la musica dei Ramones e dei Sex Pistols, che hanno conferito al punk un grido più spirituale e pieno di certezze, destinati a perdersi più avanti nella rete del mainstream.

I due registi decidono di privilegiare una narrazione che procede per luoghi: la stanza in cui i tre imparano a suonare e sognare, il quartiere del Michigan in cui crescono e la prima casa discografica, luoghi che inevitabilmente si legano anche alla famiglia, motore d’azione della loro vita e della loro musica. C’è quindi una forte impronta biografica, infatti la maggior parte del racconto è affidata alle voci dei fratelli superstiti che non mancano mai di sottolineare il ruolo chiave del fratello mancante, Dave, e che purtroppo non è riuscito a raccontarla insieme a loro quella storia. La prima parte scorre liscia e piacevole grazie anche ad un montaggio accattivante, percorrendo la loro storia dall’infanzia fino alla creazione della band. Più deludente e giù di tono la seconda parte, il cui spazio eccessivamente dedicato alle interviste senza un’armonica alternanza con altro materiale rischia di annoiare.

Il documentario di Covino e Howlett entra nella scia dei documentari più recenti, come accade in Searching for Sugar Man, che preferiscono concentrarsi su quelle storie di artisti e band ignote alle storie musicali ufficiali e che solo dopo anni vengono scoperte, facendone rivivere la favola attraverso le polveri di luoghi che prima di tutti hanno assistito al formarsi di una musica così avanti per la sua epoca, tanto da trovare le porte accuratamente chiuse e causarne inevitabilmente l’implosione. I Death hanno davvero collezionato notevoli rifiuti: un po’ per il nome troppo avanti, “spaventoso” e poco commerciabile per gli addetti al settore, un po’ per il colore della pelle e un po’ per un altro diamante pazzo, stavolta nero, di nome Dave Hackney che da buon leader della band e incorruttibile sognatore, aveva deciso che la musica o si faceva come nei suoi sogni oppure non ce ne sarebbe stato per nessuno. Il mondo allora li avrebbe scoperti solo oggi.

 


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Mark Christopher Covino, Jeff Howlett
  • Fotografia: Mark Christopher Covino
  • Musiche: Tim Boland, Sam Retzer
  • Cast: Alice Cooper, Bobby Hackney, Henry Rollins, Dannis Hackney, David Hackney
  • Sceneggiatura: /

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