Cinema

Il sospetto

Fausto Vernazzani

Dal palmares alle sale italiane, Il sospetto di Thomas Vinterberg è un film vuoto che gioca sulle superficiali emozioni dello spettatore

Viene ricordato tra i registi che iniziarono il Dogma95, ma la verità è che Thomas Vinterberg ha messo le distanze tra lui e i severi dictat imposti dal manifesto grazie a cui nacque il film che lo rese famoso, Festen. Sono molti anni che la sua produzione ha preso la strada del cinema classico, producendo film scritti e diretti alla maniera che accomuna l’intero cinema europeo, ed il suo ultimo Il sospetto (Jagten in originale, trad. ‘La caccia’) si incastra in questo filone. Prendendo un tema caro alla Danimarca, la pedofilia e gli abusi sessuali sui minori, insieme a Tobias Lindholm, con cui collaborò alla stesura della sceneggiatura anche del precedente – e ottimo – Submarino, Vinterberg narra in 115 minuti la storia d’un uomo innocente accusato di aver usato violenza sui bambini dell’asilo di cui è maestro.

Lucas è divorziato e reduce da una vita allo sfascio, suo figlio Marcus vive lontano da lui, ha perso il lavoro come insegnante al liceo ed è stato costretto a far da maestro per i bambini dell’asilo, tra cui Klara, figlia del suo miglior amico Theo. La bambina, invaghitasi di Lucas, invece di mettere il broncio, decide, facendo una connessione tanto rapida quanto surreale con i porno che guarda il fratello maggiore, di seminar zizzania e accusare il Maestro d’averle mostrato i genitali. Partendo da un “innocente” bugia, la direttrice della scuola ingigantisce sempre di più la menzogna, facendola diventare verità e seminandola come un cancro nella mente di tutti gli altri bambini, spinti a mentire da degli adulti così spaventati da non riuscire a credere nemmeno alla verità vera detta dai bambini.

Tra i favoriti al Festival di Cannes, Il sospetto si portò a casa una Palma d’Oro per la Miglior Interpretazione Maschile grazie allo straordinario Mads Mikkelsen, qui fuori forma a causa di una sceneggiatura così forzata e inconsistente da non riuscire a convincere del tutto, se non con la forza d’un tema che scotta. Una dimostrazione che sfoggia l’altalenante capacità registica di Vinterberg, oscillante tra il pessimo e il fantastico, che in questo 2012 agli sgoccioli si è palesata come un solo insieme di primi piani e di sviluppi narrativi arrugginiti e poco credibili. Serpeggia il sospetto in una comunità che subito casca nella rete della menzogna, facendo lievitare qualcosa che altrimenti non sarebbe cresciuta al punto sostenuto da Vinterberg, autore che nonostante la potenza del tema non riesce a convincere con una sceneggiatura spenta e priva di quella scintilla necessaria per permetterci di chiamare un film Cinema.


Dettagli

  • Titolo originale: Jagten
  • Regia: Thomas Vinterberg
  • Fotografia: Charlotte Bruus Christensen
  • Musiche: Nikolaj Egelund
  • Cast: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Annika Wedderkopp, Alexandra Rapaport
  • Sceneggiatura: Thomas Vinterberg, Tobias LIndholm

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