Interviste, vecchi filmati e immagini raccolte da ben 29 registi, professionisti ed esordienti coordinati da Antonietta De Lillo, che raccontano a 360° il Natale: come si vive oggi, come si viveva allora e quali sono i ricordi più intensi e nitidi che ti restano per sempre. C’è chi festeggia in compagnia e non vede l’ora di ritrovarsi intorno ad un numeroso focolare di parenti provenienti da ogni dove, chi vive nel segno del passato o della solitudine per cui il Natale si trasforma in un rimpianto, chi quasi non riconosce questa festa, chi la vive facendo shopping, chi da straniero l’attende per tornare alle sue origini e chi semplicemente guarda al Natale come un momento di pause per dedicarsi al prossimo, e riporre speranze sotto l’albero per un futuro migliore.

Sono davvero molteplici le prospettive, le vite e i contesti che si articolano intorno a Il Pranzo di Natale, documentario che con sguardo chiaro e attento si alterna tra un linguaggio televisivo  dall’arguta originalità di voler dare sempre una visione unitaria, proponendo le interviste in un effetto collage sullo schermo, e un linguaggio più cinematografico attraverso fotogrammi suggestivi, come quello del Bambin Gesù racchiuso in una bocca, oppure di una tv che trasmette notizie angoscianti in una calorosa atmosfera, con tanto di luminoso albero di Natale.

Dalle tradizioni di famiglia alla cultura del cibo natalizio, dai giochi da tavola al rito della tombola e dello scambio dei regali, dal presepe al mito di Babbo Natale senza dimenticare l’occhio religioso, si articola un ritratto autentico del Natale.

Il Natale di ciascun individuo che è parte anche di un popolo, si ricollega con il passare del tempo anche al rispettivo anno e ai problemi che lo caratterizzano, allora come non accostare la religiosità, l’entusiasmo e l’umanità del Natale con i drammi del nostro paese: i rifiuti, la classe politica refrattaria e assente e gli ideali schiacciati creano un paradossale effetto che non permette a tutti di poter utilizzare coerentemente il termine “festa”. Tra le immagini più forti e suggestive come non pensare a quella dei ragazzi che utilizzano un simbolo natalizio come i regali, per alimentare una protesta: rivendicazioni, desideri e opposizioni sono manifestate da un pacco vuoto da alzare tra le mani.

Ecco che allora la festa del Natale diventa qualcosa di più: è un pranzo delizioso, festoso e per alcuni anche numeroso, è comunicazione ma anche riflessione perché la nascita non sia circoscritta solo al suo significato religioso, ma anche umano.