Arti Performative Focus

Il Fregio e l’umanità: le architetture di Virgilio Sieni al Pistoia TEATRO Festival

Renata Savo

Naturale evoluzione dei Teatri di Confine, festival organizzato dall’Associazione Teatrale Pistoiese – uno dei Centri di Produzione Teatrale riconosciuti dal MiBACT – nell’anno in cui la città toscana si fregia del titolo di Capitale italiana della Cultura, il Pistoia TEATRO Festival che si è svolto dal 18 al 25 giugno ha raggiunto dei risultati sorprendenti, sia in termini quantitativi che di qualità artistica: basti citare l’affluenza di pubblico, quei tremila spettatori che durante la settimana di programmazione si sono incuriositi, avvicinati, sono arrivati e poi ritornati, oppure le ben otto produzioni o i due laboratori (uno di giornalismo, condotto da Altre Velocità e un altro di video storytelling a cura del trio – Elena Mattioli, Flavio Perazzini, Roberto Mezzano – di autori visivi Lele Marcojanni) che hanno incrociato la passione dei giovani partecipanti.

Gran parte degli eventi del festival diretto da Rodolfo Sacchettini ha oltretutto preso vita e ossigeno dalla partecipazione attiva della cittadinanza, dalla stessa materia prima della cornice urbana: una splendida Capitale italiana della Cultura che, attraverso il teatro, l’incontro, lo scambio di sguardi, si è rigenerata per esibire il suo lato più vivo; e se, appunto, l’obiettivo di una catena di eventi programmati nel segno di una Capitale della Cultura deve essere dare lustro alla storia e allo sviluppo di un territorio, senza dubbio l’aver ancorato il teatro e la danza agli spazi e alle opere cittadine, tra cui anche luoghi poco conosciuti del centro urbano, ha ben incarnato, valorizzandola, questa meravigliosa intenzione.

Esempi perfetti di una visione estetica in cui la cultura della città e l’architettura urbana sposano felicemente l’azione performativa, accomunati dalla ricerca comune di un genius loci e al tempo stesso da una composizione della presenza umana che sia portatrice di valori umani profondi e universali, sono stati i due progetti site-specific ideati da Virgilio Sieni, Fregio e Cammino popolare.

Fregio, percorso articolato in quattro azioni coreografiche e tre luoghi distinti, deriva la sua ispirazione – come pure fa Cammino popolare – dal Fregio Robbiano dell’Ospedale del Ceppo: opera in ceramica realizzata nel tempo, a più mani, da Benedetto e Santi Buglioni, Giovanni Della Robbia e Filippo Paladini all’inizio del XVI secolo, che illustra le Opere di Misericordia (Vestire gli ignudi, Ospitare i pellegrini, Curare gli ammalati,Visitare i carcerati, Seppellire i morti, Dar da mangiare agli affamati). Misericordia come dono, speranza, fiducia nell’altro, conforto: c’è una sorta di romanticismo di fondo in questi progetti (soprattutto in Cammino popolare); come un richiamo all’unione tra gli individui; un invito alla fratellanza, al dialogo tra le culture, all’ascolto reciproco, all’abolizione delle differenze sociali, generazionali, di genere. Un appello, insomma, nel corpo e nella relazione con l’altro, ai più nobili e antichi valori della democrazia, perché nei “cantieri del gesto” di Virgilio Sieni, in cui al centro vi è l’essere umano di cui sono visibili ferite e segni di vita vissuta, i non professionisti danzano, da soli o accompagnati dai performer professionisti; danzano e sperimentano insieme la bellezza di condividere uno spazio comune di identità, di intimità, dove sostenersi vicendevolmente, superando convenzioni e tabù sociali legati al contatto fisico con l’altro; ma ciò avviene senza quella ricerca del dinamismo a tutti i costi (anzi, i movimenti sono per lo più lenti e solenni), senza  quell’effetto un po’ da arte marziale, tipici, a loro modo, di tecniche come la contact improvisation, che pure poggia sugli stessi principi democratici.La prima parte di Fregio si è svolta nella Biblioteca Fabroniana. Qui l’azione coreografica si è distribuita su due ambienti contigui dell’edificio, che esprimono le tensioni di due differenti età della vita. Nel primo dei due, cinque donne non più giovani si riscoprono in perfetta sintonia con il luogo che le accoglie, una sala dai toni austeri, di gusto neoclassico, con marmi e busti scultorei. Dalle finestre situate a distanza regolare su una parete, filtrano i tenui raggi di una luce non ancora crepuscolare; e in questa luce celestiale, che abbraccia insieme architettura e corpi vivi, le donne, come sculture candide e dai movimenti misurati, ora somigliano a delle Grazie classiche, ora appaiono simili a delle Madonne e quindi madri, splendenti di una lacerante umanità. Il secondo quadro performativo, all’interno di una sala studio dai toni cupi, con scaffali pieni di libri antichi, è l’habitat più idoneo a esprimere le tensioni, l’insicurezza e le fragilità dell’età adolescenziale; e qui, infatti, un gruppo di giovani e aitanti ragazze in costumi neutri si misurano in una danza di intrecci di braccia e sostegno reciproco. La seconda e la terza parte di Fregio ha interessato altri due spazi, una sala del Palazzo Fabroni e un cortile del Palazzo de’ Rossi, con coreografie che ricalcano i temi del supporto fisico e morale, con il passaggio attraverso pose che ricordano scene religiose della pittura gotica e rinascimentale.

Sebbene nell’ultimo quadro di Fregio si sia avvertita una maggiore distanza critica, dovuta forse alla ripetizione di certi moduli coreografici e al non totale abbandono dei corpi (e dello sguardo), intenti nel contempo a travalicare tabù sociali legati al contatto, il Cammino popolare ha ridestato emozioni sopite, fino alla commozione. Nella Piazza Giovanni XXIII, proprio davanti all’Ospedale del Ceppo, domenica 25 giugno si sono incontrati danzatori professionisti e cittadini che hanno aderito al progetto la mattina stessa. Questo gruppo eterogeneo di persone profondamente diverse, abbigliate in modo neutro (ma impreziosito da scialli arrotolati in vita, o che tagliano trasversalmente il tronco, che richiamano nei colori e nelle forme i personaggi del Fregio dell’Ospedale: l’azzurro, l’ocra, il verde smeraldo, il bianco, il giallo), ripete un modulo coreografico della camminata, frontali rispetto al Fregio, in un andirivieni continuo dall’Ospedale. In questo movimento ancestrale reiterato, simile a quello di un’onda del mare, alcuni elementi del gruppo, come detriti, schegge, di umanità restano indietro. Dal ritorno del gruppo, il recupero di chi si era fermato anima e rigenera il moto corale, che si frantuma in nuove evoluzioni coreografiche, di sublime bellezza, che sottolineano il bisogno, in qualsiasi momento dell’esistenza, di sentirsi sostenuti e accompagnati. In mezzo al gruppo, anche Virgilio Sieni, demiurgo di questa sostanza fluida di corpi che coagula e si discioglie, architettura umana nell’architettura rinascimentale dello spazio; come un pastore con il suo gregge, veglia, osserva, e, con il suo tocco, dà respiro e vita alla sua creazione.


Dettagli

  • Titolo originale: Fregio
  • Anno di Uscita: 2017
  • Musiche: musica eseguita dal vivo da Roberto Cecchetto, Naomi Berrill
  • Produzione: Associazione Teatrale Pistoiese, Virgilio Sieni / Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza / Accademia sull’arte del gesto
  • Altro: CAMMINO POPOLARE: 25 giugno 2017 Piazza Giovanni XXIII, davanti all'OSpedale del Ceppo 11.30 durata 30’ ca.


Altro

  • Visto il: Sabato, 24 Giugno 2017
  • Visto al: Pistoia TEATRO Festival
  • Coreografia: Virgilio Sieni
  • Assistenti alla Coreografia: Chelo Zoppi, Asia Pucci, Carlotta Bruni
  • FREGIO/Biblioteca Capitolare Fabroniana: Sala Conferenze
  • Interpreti: Donatella Del Fiume, Daniela Evangelisti, Giuliana Martelli, Dilva Nesi, Arlena Stringo
  • FREGIO/Biblioteca Capitolare Fabroniana: Biblioteca
  • Interpreti: Martina Bonacchi, Giada Bozzone, Giulia Innocenti Amidi, Alessia Migliani, Arianna Pagnini, Gaia Perretta, Alice Pierattini, Giulia Pinchera
  • FREGIO/Palazzo Fabroni: Sala Parmiggiani
  • Interpreti: Behije Arapi, Hermela Bini Mezzanotte, Matilde Casini, Giada Cassano, Camilla Danesi, Maia Veronica Gentili, Gaia Lunghi, Dunja Marchi, Rita Mazzarella, Beatrice Pagnini, Elisa Saccardo, Veronica Tredici, Elisa Vitolo
  • FREGIO/Palazzo de’Rossi: Terrazza Grandonio
  • Interpreti: Patrizia Balestrucci, Anna Bosco, Tommaso Damato, Alessandra Gaggini, Giulio Gualtieri, Alpha Li, Elena Meoni, Donella Moretti, Alessandro Nannini, Rachele Noferini, Gianfranco Parrini, Cosetta Pucci, Roberta Rotonnelli, Francesca Rubino, Manuel Sabatini, Giovanna Scuffi, Diletta Tartaglia

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