“Ibrida Festival”: le arti intermediali di scena a Forlì. Intervista ai curatori Francesca Leoni e Davide Mastrangelo
Un festival per indagare attraverso le arti intermediali il cambiamento epocale che stiamo vivendo. Una intensa tre giorni che da oggi, 16 settembre, a domenica 18 settembre a Forlì, negli spazi di EXATR (hub votato al contemporaneo situato nel centro storico della città), si declinerà in una moltitudine visionaria e sensuale di proposte artistiche che prevedono l’utilizzo di media diversi, in un’ottica di ibridazione: dalla videoarte alla performance art, dalle installazioni interattive alla musica elettronica. E non mancheranno i dialoghi, gli incontri, come quello con Bruno Di Marino e Francesca Fini, oggi (ore 17-18), sulla videoarte e l’arte al femminile, aperto gratuitamente al pubblico.
È la settima edizione di Ibrida Festival – Festival Internazionale delle Arti Intermediali, organizzata dall’associazione culturale Vertov Project, il cui fil rouge, quest’anno, è la Digital Identity. Che cosa aspettarsi? «Il pubblico – spiegano i direttori artistici, Francesca Leoni e Davide Mastrangelo – sarà libero di muoversi negli spazi di EXATR tra proiezioni, istallazioni, incontri e spettacoli live […] Quest’anno allestiremo un vero e proprio villaggio intermediale con diverse installazioni interattive e non, un bar e un angolo food per i momenti di svago e confronto tra un live e l’altro».
Abbiamo fatto qualche domanda in più ai curatori per entrare nel merito del curioso programma (www.ibridafestival.it).
Silvia Cignoli, Salvatore Insana e Caterina Palazzi presenteranno il concerto audiovisivo Your Favourite Hell. Cos’è un “concerto audiovisivo”?
È un concerto dove la musica interagisce con il video. In sostanza la proiezione reagisce a degli impulsi sonori e trasforma l’immagine in diretta. Una delle caratteristiche fondamentali di Ibrida Festival e che rappresenta uno dei nostri marchi è proprio il fatto che il video è presente in ogni rappresentazione musicale o performativa. Che sia un concerto, un’opera teatrale o di danza, deve essere inevitabilmente supportata da un video, dove quest’ultimo non è un elemento di contorno o decorativo ma parte integrante della performance stessa. Nel caso di Your Favorite Hell, le due musiciste (Cignoli e Palazzi) si sono unite al filmmaker Salvatore Insana per creare un live appositamente per il nostro Festival, unendo l’improvvisazione musicale all’elaborazione live delle immagini, in un concerto unico e irripetibile.
Grande novità di questa edizione è un’intera sezione dedicata alle installazioni: da Rino Stefano Tagliafierro a Francesca Fini, da Francesca Lolli a Francesco Selvi e Matteo Pini, e a Igor Imhoff. Come siete arrivati a intercettare il lavoro di questi artisti? Quali sono state le occasioni di incontro?
Quest’anno siamo finalmente riusciti a creare un’intera sezione dedicata. Siamo convinti che questa sarà sempre di più una parte importante del Festival, in linea con la nostra mission, che è quella di portare le ultime tendenze dell’arte e della tecnologia. La realtà virtuale, istallazioni interattive, installazioni immersine, realtà aumentata e video istallazioni occuperanno un posto importante in Ibrida Festival. Gli artisti sono da tempo conosciuti dalla direzione artistica, che ha prestato particolare attenzione alla loro ricerca nell’ambito della tecnologia. Tagliafierro, per esempio, è venuto a Ibrida lo scorso anno con una live performance e quest’anno torna appunto con l’istallazione, a dimostrare come ognuno di loro sia realmente intermediale e quindi in grado di manipolare e lavorare su diversi media.
Su quali sensazioni si è basata la scelta di ospitare le opere di questi artisti all’interno del programma di quest’anno? Quali sono i contenuti – o le “assenze” e i vuoti – che saranno espressi?
Sono tutti artisti che stanno sperimentando con le nuove tecnologie e che si sono guadagnati spazi nei principali Festival nazionali e internazionali ma, soprattutto, che spingono lo spettatore a porsi domande e a interagire con l’opera. I contenuti quest’anno riguardano lo spettatore stesso e la relazione con la tecnologia, ma anche la rappresentazione virtuale di ognuno di noi. Non a caso abbiamo dato al Festival quest’anno il titolo Identità digitale. Ibrida, infatti, si pone anche come luogo di riflessione e pensiero sulla contemporaneità attraverso le opere che vengono presentate, gli ospiti e gli incontri.
Per il terzo anno sarà proposto Art Magazine Talk, confronto tra le maggiori riviste di arte contemporanea italiana sulle trasformazioni del tempo che stiamo attraversando. Quali saranno secondo voi i temi più urgenti o che occuperanno più spazio nel confronto?
Qualche anno fa abbiamo deciso di dare spazio ad un dialogo tra artisti, operatori e chi racconta l’arte. Ci sembrava importante creare un collante tra questi mondi che spesso appaiono separati. Da allora è un appuntamento costante del nostro Festival e dà l’opportunità sia agli artisti presenti che agli ospiti di conoscere personalmente i giornalisti. Da questi incontri sono partiti anche collaborazioni e progetti. Voglio ricordarne uno, in particolare, con Exibart, 52Vids X Ibrida, che per un anno ha visto la pubblicazione a cadenza settimanale di un lavoro di un video artista internazionale. Al termine è diventato 24 Vids X Ibrida, dedicato agli artisti italiani.
C’è spazio anche per la più “anziana” tra le nuove arti intermediali: la videoarte. Cosa si potrà vedere al riguardo?
Certamente. La video arte è la “prima donna” del Festival, colei che ha dato origine a tutto. Come ogni anno proietteremo circa un centinaio di lavori di video arte, provenienti dalla nostra open call internazionale. Quest’anno abbiamo ricevuto più di 250 opere, a partire dalle quali abbiamo selezionato le tre sezioni presenti al Festival: Video Performance, Segnali e Percezioni. Abbiamo anche diverse collaborazioni con altre realtà e Festival che permettono un importante “scambio” di opere. Presenti quest’anno i lavori di Videoart Yearbook, la rassegna annuale dedicata alla video arte italiane e gestita da Silvia Grandi e Renato Barilli, e i lavori vincitori di Next Generation Film Festival. Ogni anno presentiamo anche la monografia di un’artista, quest’anno dedicata alla poetica di Marcantonio Lunardi. Per chi non ci potrà raggiungere durante i giorni del Festival, abbiamo anche una particolare sezione di video arte online, con tre monografie di animazione di Virgilio Villoresi, Gianluca Abate e Silvia De Gennaro. La sezione online aprirà giovedì 15 e sarà disponibile gratuitamente sulle stanze del portale Ibrida Live che troverete nel sito www.ibridafestival.it. Sarà possibile seguire a distanza anche i nostri incontri, in diretta sul nostro canale YouTube.
[Immagine di copertina: Robert Ladislas Derr, Truth Comes Out]