Musica

Hiva Oa – The awkward hello, handshake, kiss

Mario Esposito

Eleganza evidente fin dalla superficie .Dalla Scozia arriva l’ esordio degli Hiva Oa.

Immaginate le Highland scozzesi, le distese verdi, gli spazi sconfinati e una natura pura e selvaggia dal fascino misterioso. Immaginate di perdervi a centinaia di chilometri di distanza da quella che è la miseria materialista del quotidiano e di portare con voi una colonna sonora che possa rappresentare l’essenza della vostra fuga. Immaginate tutto questo e traducetelo in due parole: Hiva Oa.

Terzetto di base a Edimburgo, anche se non completamente scozzese (il bassista Marco è italiano), gli Hiva Oa rappresentano una delle rivelazioni dell’anno che sta per finire. Non dal punto di vista commerciale, inutile specificarlo, ma “The awkward hello, handshake, kiss” è qualitativamente uno dei lavori più preziosi di questo 2012, ancor più se si considera che si tratta di un esordio (anticipato solo dall’ep “Future nostalgia for sale”).

Malinconica, nostalgica, spesso minimalista ma caratterizzata da una raffinatezza fuori dal comune, quella degli Hiva Oa è musica dalla forte componente emotiva, in grado di legare elementi dall’eleganza classica a intuizioni frutto di un’accurata ricerca sonora: brani come “The floods have woken the quiet sleepers”, “Urban” e “Not in my name” rivelano una intelligente capacità di rielaborare i dettami della scrittura neo-folk, mentre la vena più sperimentale si fa strada nel rumorismo di “Mindful of” o nell’oscuro monologo di violoncello di “Seadog”.

Se “The minder”, “Thunder” e l’enigmatica “Call of the wind” si arricchiscono della contrapposizione delle voci maschile e femminile, vestendosi di un’ulteriore nota di fascino, è con “These hands” e “Badger” che si può gridare al capolavoro: due brani dall’incredibile intensità che lentamente esplodono in un turbinio di percussioni ed archi in grado di togliere il fiato.

Cos’altro aggiungere se non che “The awkward hello, handshake, kiss” è uno degli album da conservare tra le perle di questi ultimi dodici mesi; perla che senza ombra di dubbio non faticherà a mantenere intatto e ad accrescere il suo valore artistico col passare del tempo: sarebbe un vero peccato lasciarselo sfuggire.



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