Tanti personaggi entrati a vario titolo nell’immaginario comune hanno ben celato, a quanto pare, lati oscuri sui quali il grande schermo ha recentemente preso l’abitudine di far luce. Abbiamo visto Abraham Lincoln ammazzare vampiri ed il Jack del “fagiolo magico” lottare contro i giganti. Ora, prima che vengano immancabilmente proposti Pollicino Detective e Gandhi Sterminatore di Zombie, è giunto per i protagonisti di una famosa fiaba il momento di raccontare il proprio retroscena camp e sanguinoso, in Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe.

Avevamo lasciato i due fratellini a vivere “felici e contenti” dopo aver spinto la strega cattiva nel forno acceso, ma a quanto pare la vicenda non è servita ai due che da battesimo del fuoco (appunto), preludio all’attività di cacciatori di streghe mercenari, al soldo dei cittadini di villaggi di campagna vessati dai continui rapimenti di bambini da parte delle malvage creature.
Pur continuando a nutrire una predilezione per il fuoco, Hansel e Gretel (Jeremy Renner e Gemma Artenton, entrambi in grado di tenere la scena, nonostante i personaggi certamente non sfaccettati) abbattono streghe servendosi di balestre, fucili, e trappole che fanno volentieri il paio con la pelle nera di cui vestono e la generale sfumatura steampunk che permea la presentazione. Il punto di rottura si incontra quando le strade dei cacciatori incrociano quelle della strega Muriel (una Famke Janssen raramente a suo agio come in questi panni), che rappresenterà per i due un avversario ben più duro di quelli che sono abituati ad affrontare.  

E giunge per i due il momento di dare il meglio, nel corso di sequenze di combattimento dense di sangue e fango più che di computergrafica scintillante (anch’essa comunque efficace, quando è presente). La strada scelta per Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe non lascia prendersi troppo sul serio; allo stesso tempo l’ironia non è mai sguaiata, da parodia grossolana, ma tutta giocata su simpatici anacronismi ed incongruenze. La bravura del regista Tommy Wirkola (che peraltro ha presentato nazisti zombie in Dead Snow, quindi ha esperienza nel maneggiare determinati soggetti) sta tutta nell’esercizio di equilibrio che riesce a condurre, dosando accuratamente la componente magica e quella più violenta, i sorrisi e la sensualità latente in un insieme che intrattiene efficacemente ed allo stesso tempo risulta finalmente più fresco ed originale di tanti altri concorrenti apparentemente sulla stessa linea.