Hades
In Hades si muore costantemente. La qual cosa non è strana in un videogioco, ma ce ne sono pochi in cui questo concetto è strettamente intrecciato alla storia e al gameplay.
Si gioca nei panni di Zagreus, il quale vuole sfuggire dal regno suo padre Ade, il dio greco degli inferi. Può farlo solo combattendo attraverso la terra dei morti e fuggendo nell’Olimpo. Il principio di gioco alla base di questo sembra inizialmente semplice: Zagreus entra in una nuova stanza per sconfiggere i nemici, dopodichè vi è un aggiornamento della stanza che rende possibile al protagonista di passare alla stanza successiva. In questo modo diventa ovviamente man mano sempre più forte, ma allo stesso tempo le minacce si fanno sempre più mortali.
Tuttavia, il design alla base di questo meccanismo è stato eseguito in modo eccezionalmente creativo. I power-up sono casuali e alla fine conferiscono a Zagreus altri poteri, come la capacità di rimbalzare sugli attacchi oppure di infliggere danni ai nemici rotolando. Conseguentemente, lo stile di gioco cambia un po’ a seconda della partita. Trovare una buona sinergia tra i potenziamenti crea momenti sorprendenti. Un potenziamento ti permette ad esempio di sparare alla velocità della luce con frecce ed arco, e uno altro trasforma le frecce in missili a ricerca del bersaglio. Il risultato? Nemici morti in pochi secondi.
In questo modo si costruisce gradualmente un personaggio sempre più forte, fino a quando inevitabilmente si muore e si perde tutto. Hades è un gioco complicato anche tra i rogue-lite (siamo fedeli all’interpretazione di Berlino), quasi impossibile da finire subito. Bisogna provare ancora e ancora, per migliorare la propria abilità di gioco ed arrivare al finale. Nel frattempo si sbloccheranno alcuni extra, come armi ed abilità per Zagreus, ma il viaggio di saccheggio attraverso gli inferi inizierà nello stesso punto ad ogni morte.
Morire nei giochi è sempre stato parte dell’esperienza videoludica, ma di solito si tratta di un semplice espediente di gioco. Infatti, i videogiochi pretendono solitamente che la morte non sia mai successa; l’eroe viene semplicemente rimandato nel passato per un altro tentativo. Questo gioco, invece, lo fa in modo più intelligente; dopo un tentativo di fuga fallito, Zagreus si risveglierà di nuovo nella casa di suo padre, dove i detenuti presenti commenteranno il suo viaggio precedente e anche la sua morte. Dopotutto, è così che va negli inferi. I boss combattuti brontolano, mentre gli dei amichevoli ti spingono a riprovare.
In questo modo si scopre gradualmente cosa sta succedendo nella casa di Ade. All’inizio del gioco non è ben chiaro il motivo per cui Zagreus voglia scappare, ma ad ogni morte si impara a conoscere meglio i personaggi e il mondo di gioco. Si tratta di un modo di raccontare storie raramente visto nei videogiochi. Rendendo la morte inerente alla storia, le fondamenta del gioco si combinano magistralmente; morire nell’Ade diventa meno fastidioso che in altri titoli. In questo gioco, non sei un giocatore incapace non al altezza del livello dell’eroe richiesto per finire il gioco, ma un personaggio destinato a morire.
Ciò rende Hades un gioco in grado di affascinare per decine di ore, anche se in questo lasso di tempo il rischio è di non andare troppo oltre col gioco. Dopo un po’, l’enfasi è sull’abbattimento infinito dei nemici, ma anche questo rimane divertente a causa delle infinite combinazioni date dai powerup. È un gioco che ti entra in testa e non se ne va per molto tempo.
Altro
- Sviluppatore: Supergiant Games
- Publisher: Supergiant Games
- Direttore: Greg Kasavin
- Produttore: Amir Rao
- Artista: Jen Zee
- Scrittore: Greg Kasavin
- Compositore: Darren Korb
- Piattaforma: Microsoft Windows, macOS, Nintendo Switch
- Uscita: 17/09/2020
- Genere: Rogue-lite, Action RPG
- Modalità: Single Player