Grazie Zia al Festival di Cannes ’68
S’inaugura oggi la 66esima edizione del Festival di Cannes e ricordiamo il film di Salvatore Samperi, nel 1968 selezionato per il concorso poi bloccato, un concorso che sarebbe stato acceso dalle forme di Lisa Gastoni.
Grazie zia è un film del 1968 del regista Salvatore Samperi, noto per le sue provocazioni, soprattutto erotiche (vedi Malizia). Questo film non fa eccezione: il racconto di un ragazzo, Alvise, figlio di un industriale, bloccato sulla sedia a rotelle non per una malattia, ma per la sua testardaggine; abituato ad essere viziato e servito non vuole schiodarsi dalla sua situazione, complice la pressione di dover in un futuro gestire le fabbriche del padre, stufo di dover “badare” al figlio.
Sullo sfondo l’inizio delle contestazioni da parte dei giovani, che spesso ricorrono durante la pellicola con il suo episodio scatenante (la guerra del Vietnam). Grazie zia fu anche selezionato dalla giuria del Festival di Cannes, ma l’evento fu interrotto proprio perché nel maggio 1968 ci furono le manifestazioni studentesche dei giovani francesi (il famoso maggio francese). In coerenza con questo pensiero di ribellione è il film che raccontando la storia dell’amore “proibito” ed impossibile di un nipote e di una donna matura (fenomeno oggi in voga grazie alla saga di American Pie) nonché sorella di sua madre, in realtà cerca di smascherare le ipocrisie e gli stereotipi della vita borghese e del sistema.
L’amore non si manifesta in maniera “tradizionale” (non vi è neanche nessun rapporto sessuale, anzi nemmeno accennato) ma si palesa in gioco psicologico stridente che alla fine costerà la vita al giovane, data la sua volontà a farla finita. Anche la colonna sonora, di Ennio Morricone, è particolare, quasi grottesca, compresa la canzone Filastrocca Vietnamita cantata da Sergio Endrigo. Alvise (Lou Castel) si trasferisce dalla zia Lea (Lisa Gastoni), oramai in età avanzata (per allora) e presto sposa, per curare la sua “volontaria” paralisi. Durante il suo soggiorno nella villa, come un grande gioco violento, proprio come un amore tra due parenti, i due si avvicinano ed iniziano la sciarada fino all’eutanasia del giovane. Il tema dell’amore incestuoso come metafora e protesta è stato precedentemente portato sullo schermo da Marco Bellocchio con I pugni in tasca (1965), con protagonista proprio Lou Castel. La tentazione della zia, con l’audacia di scene quasi esplicite, è ben rappresentata dalla sensuale Lisa Gastoni, reinventata dopo questo film una vera icona erotica del cinema italiano. Un amore proibito, fermandoci al primo grado di analisi, forse influenza la passione di oggi per la donna matura. Ma con una zia così chi non avrebbe peccato?
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Salvatore Samperi
- Fotografia: Aldo Scavarda
- Musiche: Ennio Morricone
- Cast: Lisa Gastoni, Lou Castel, Gabriele Ferzetti
- Sceneggiatura: Salvatore Samperi, Pier Luigi Murgia, Sergio Bazzini