Grandi Speranze
Una vita miserabile trasformata da un benefattore, il classico di Charles Dickens torna al cinema con il nuovo e poco entusiasmante adattamento di Mike Newell
A dispetto del titolo, Grandi Speranze tradisce le attese. Non si barcamena certo in un’impresa pioneristica il regista Mike Newell che, dopo il successo dell’omonima serie tv targata BBC, decide per l’ennesima trasposizione – di cui non se ne avvertiva l’impellente bisogno – del famoso romanzo di Charles Dickens. Se il volume in questione non conosce cosa sia l’invecchiare di ‘soli’ centocinquanta anni, il lavoro di Newell è quantomeno esacerbato ed epurato da qualsiasi guizzo ironico.
Dedicandosi con attenzione al lato sentimentale della vicenda, il cineasta britannico tenta un’ennesima rilettura della storia di Pip, un poco convincente Jeremy Irvine, ragazzino orfano e di umili natali che, un giorno qualunque, si ritrova a dover dare una mano ad un evaso di prigione, tal Abel Magwitch, un Ralph Fiennes semplicemente incantevole per i 128 minuti della visione, ma che una volta terminata la pellicola si dissolve subitaneamente nei meandri fumosi della memoria. Pip diverrà quindi il compagno di giochi della bella, ma completamente estranea al lavoro interpretativo che avrebbe dovuto compiere, Estella/Hollyday Grainger, amata figlioletta dell’eccentrica Miss Havisham. A nulla valgono le occhiatacce e le superbe espressioni da matta di Helena Boham Carter che, nonostante l’acclamata bravura, resta troppo ‘burtoniana’ per questo film. Un giorno fortunato, 10 anni dopo, Pip viene a sapere di aver ricevuto un’enorme fortuna da un misterioso benefattore, e così abbandona la sua umile vita e si reca a Londra dove riceverà l’educazione che ha sempre sognato. Purtroppo però, come oramai sappiamo fin troppo bene tutti, dietro l’angolo si cela una devastante verità.
Newell lavora di mestiere, non si concede nessuna velleità e inciampa nell’impersonale di una regia sobria, ma noiosa e prolissa. Allo stesso modo, non si può parlare di una ‘sceneggiatura ad orologeria’, che invece si palesa sin dall’inizio poco convincente. La scenografia evocativa, i costumi di scena e le interpretazioni di Fiennes e Jason Flemyng, salvano in calcio d’angolo la riuscita dell’opera che, perlomeno, resta dignitosa. Seppur privo di ogni ambizione, Grandi Speranze regala la sensazione che dietro quella superficie appena sufficiente poteva battere un cuore più grande, un cuore che avrebbe potuto farti scorrere lo ‘straordinario’ nelle vene. Il peccato è tutto qui: un morso alla mela di Newell e ci si accorge che il boccone non ha alcun sapore. L’anonimato di un cuore atrofico che stavolta non gareggia per non assumersi rischi.
Dettagli
- Titolo originale: Great Expectations
- Regia: Mike Newell
- Fotografia: John Mathieson
- Musiche: /
- Cast: Ralph Fiennes, Helena Boham Carter, Jason Flemyng, Jeremy Irvine, Hollyday Grainger, Robbie Coltrane, Jessie Cave, David Williams
- Sceneggiatura: David Nicholls