Good Boys – Quei cattivi ragazzi
Good Boys segue la moda di svariati prodotti cinematografici e seriali che da anni si affacciano ad un tipo di narrazione che mira ad analizzare il decantato mondo giovanile ed adolescenziale contemporaneo dal punto di vista dei ragazzi. Quest’ultimi spesso non sono compresi e sono poco seguiti dai genitori, in un mondo che è sempre più dinamico, e che costringe per forza di cose a creare delle dinamiche familiari più scollegate rispetto ai decenni precedenti.
Il film infatti consolida un plot ormai divenuto classico, ossia quello basato sulle avventure adolescenziali di tre ragazzini (in giro con la bicicletta per le strade di una cittadina country americana) che si stanno affacciando per la prima volta ai primi sussulti sentimentali verso le proprie coetanee. Tali cotte possono essere concretizzate nel loro primo “Kiss Party”, una festa tradizionale nel contesto adolescenziale americano.
Eppure Max, Lucas e Thor sanno che arrivare impreparati ad una festa del genere – dove potrebbero baciare delle compagne di scuola – gli porterebbe tanta vergogna e la rovina della reputazione. Quindi come allenarsi per tale serata?
Il dilemma fa scatenare il plot degli equivoci, delle magagne, e dei guai per i giovanissimi personaggi, che vanno dal controllare come si bacia una donna su internet, a spiare delle vicine di casa, e ad intraprendere altrettante avventure pericolose, con lo sprezzo della mente infantile.
D’altronde, la festa del bacio non è l’unico problema; essi cominciano a convivere con vicissitudini comuni: l’incomunicabilità coi genitori e il divorzio familiare, l’accettazione del proprio essere e delle proprie passioni, anche se queste vanno contro la logica sociale.
La commedia diretta da Gene Stupnitsky, (uscita a settembre nelle sale italiane) si smuove fra avventure, equivoci, sfumature su problemi sociali e personali, su nuovi stimoli e nuovi interessi, per costruire il delicato passaggio che intercorre fra l’era infantile e quella adolescenziale, la quale è probabilmente la fase più delicata e pericolosa per tutti nella vita, e in alcuni casi sottovalutata proprio dalla famiglia.
Eppure la pellicola (oltre ad essere molto godibile sul lato dell’intrattenimento, ammaliando lo spettatore con l’armonia scenica che si pone fra i tre protagonisti, e sul come loro affrontino le determinate situazioni, non sempre da semplici adolescenti, ma anche caricati di un’esperienza, che a volte supera quella degli adulti) non si carica di cliché già visti in altre rappresentazioni, riproponendoli in salsa differente, ma sviluppa degli elementi che si inseriscono perfettamente nel minutaggio, accrescendo la qualità del prodotto.
Fra alcuni, soprattutto due: Il personaggio di Lucas, che è il rovescio degli adolescenti moderni, ossia è quello che dice sempre la verità, anche agli sconosciuti. Per tutto il film non riesce mai a mentire, diventando l’esatto contrario dei genitori, i quali gli stanno mentendo sull’imminente divorzio. E poi, la presenza dei bimbi anti-bullismo a scuola, una sorta di congrega volta a difendere tutti gli alunni che vengono martoriati dalle azioni dei bulli. Una scelta originale, volta a far vedere come spesso i ragazzi possono cavarsela da soli e unirsi in una comunità, nella quale si aiutino a vicenda, nel momento in cui il mondo degli adulti sembri lontano dalle loro problematiche, e dai loro sentimenti più nascosti.
L’entrata nel mondo adolescenziale fa scoprire le grandi peculiarità della società moderna: Il sesso su internet, la droga, il furto, gli alcolici, e le disuguaglianze. L’ago che tiene in equilibro la bilancia è l’amicizia, è il gruppo in stile gang che si edifica tra i tre protagonisti, per affrontare (insieme) le difficoltà di ognuno di loro.
Good Boys unisce un po’ gli spettatori di tutte le età, tra quelli che vivono ora l’adolescenza, e sicuramente si divertono e si coinvolgono nelle azioni dei personaggi cinematografici, a quelli giovani ma non troppo, che hanno vissuto l’adolescenza e riecheggiano i fasti e le situazioni di quella fase esistenziale, fino a quelli più grandi ossia i genitori, che possono entrare idealmente e concretamente nelle logiche probabilmente dei loro figli.
Sul tema e sulla sceneggiatura, il film riesce a creare una narrazione interessante, attuale e divertente allo stesso tempo, mettendo in secondo piano lo sviluppo della regia, che si consegna volutamente, con tecnicismi accademici e poco ingombranti, per dare adito alle avventure e alle gag fra i protagonisti in giro per la città. Il prodotto si configura come opera senza grandi pretese, mira ad analizzare e a scrutare un mondo forse fin troppo criticato dall’esterno, talvolta criticato in maniera pregiudiziale, senza che ci si fosse immersi dentro. Una critica basata anche sul fatto che l’uso delle attuali tecnologie (le quali sono elementi caratteristici e ben inglobati nella narrazione) porti una distorsione comportamentale nella crescita.
E se Good Boys è una pellicola pop e contemporanea, essa non manca di far spiccare i valori più tradizionali, che devono essere incamerati alla perfezione dai ragazzini, per accettare il proprio essere e quello degli altri, senza condizionamenti esterni. Esprimere le proprie passioni, le proprie paure, le proprie insicurezze, i propri desideri, senza pensare che tutte queste prerogative possano dividerli dagli altri, dalle persone più care. La vita cambia, le fasi esistenziali modificano ed evolvono il corpo e la mente, ma l’amicizia no, quella rimane sempre, perché rientra nei valori immutabili, perché non è un segmento come l’adolescenza; è altresì una retta, che può essere senza sosta e senza epilogo, purché attraversata con le persone giuste.
- Diretto da: Gene Stupnisky
- Prodotto da: Lee Eisenberg, Evan Goldberg, Seth Rogen, James Weaver
- Scritto da: Lee Eisenberg, Gene Stupnisky
- Protagonisti: Jacob Tremblay, Keith L. Williams, Brady Noon, Molly Gordon, Lil Rel Howery, Midori Francis
- Musiche di: Lyle Workman
- Fotografia di: Jonathan Furmanski
- Montato da: Daniel Gaby
- Distribuito da: Universal Pictures
- Casa di Produzione: Good Universe, Point Grey Pictures, Quantity Entertainment
- Data di uscita: 11/03/2019 (SXSW), 16/08/2019 (USA), 05/09/2019 (Italia)
- Durata: 89 minuti
- Paese: Stati Uniti
- Lingua: Inglese
- Budget: 20 milioni di dollari