Gli “Elettrosuoni” dei romani Teatri di Vetro: due appuntamenti da non perdere
Per due domeniche, il 18 settembre e il 2 ottobre, la scena romana dei Teatri di Vetro si apre agli “Elettrosuoni”
La malinconia settembrina ha il retrogusto di un disco anni ’70, nostalgico e velatamente triste. Così m’innamoro del violino di Something On Your Mind di Karen Dalton. A dispetto dei luoghi comuni, settembre è anche il mese delle liste da stilare e dei progetti da concretizzare, è il mese in cui ci si (ri)mette in discussione, con una forza che nasce dalla pregressa fragilità, con un coraggio che fa da contraltare all’intorpidimento da fine vacanza, un difetto dal quale trarre un vantaggio per plasmare la nostra individualità, metterla al servizio degli altri, trasformarla in un’entità comune, la cosiddetta ‘massa’.
Fragilità, difetto, massa suonano come le note di un pentagramma universale, in cui tutti – forse a settembre più che in altri periodi dell’anno – finiamo col riconoscerci: la fragilità umana, nostro ‘difetto’ caratterizzante, deve essere disvelato (non corretto), assumere maggiore consapevolezza e forza grazie all’avvicinamento, anche fisico, all’altro da sé. Non è un caso che queste parole, interrelate tra loro, siano il comun denominatore della X edizione di Teatri di Vetro, il festival delle arti sceniche contemporanee – con l’attenta direzione di Roberta Nicolai – il cui sottotitolo è, appunto, ‘Difetto di massa’. Siamo corpo, massa, che – a dispetto delle difficoltà che nascono dai nostri blocchi, fantasmi, difetti, vizi – tentano un amalgama e una coesione.
A partire dal 14 settembre e fino al 2 ottobre si succederanno diversi spettacoli di teatro, musica e danza in diversi spazi della capitale (Teatro Vascello, MACRO, Fondazione Volume!, Carrozzerie n.o.t, Centrale Preneste, le librerie Giufà, Koob e Tuba), ma anche nella ‘romanità’ periferica (Civita Castellana, Calcata, Bolsena, Trevignano Romano e Tuscania) con un programma versatile ed eclettico.
Calcheranno le scene gruppi uniti dall’amore per la sperimentazione elettronica: Enklav Soundsystem (domenica 2 ottobre, Carrozzerie N.O.T., ore 20.00), il cui sound ha un piglio a tratti techno; i Current, che presentano in prima nazionale il nuovo album Sure, I will be (domenica 18 settembre, Carrozzerie N.O.T, ore 19.30), e che non mancano di dare anche un apporto ‘didascalico’ alla loro arte, in particolar modo tenendo presente la difficile condizione dell’artista contemporaneo; Blank page di Deroom, in prima nazionale, (domenica 18 settembre, Carrozzerie N.O.T, ore 21.00), performance di djing analogico digitale e teatro canzone; Elara (domenica 2 ottobre, Carrozzerie N.O.T., ore 21.30), che con l’album In the depths of time, in an ocean made of stars, evocativo sin dal titolo, riescono a portare l’ascoltatore in un mondo fiabesco e senza tempo, adoperando, magistralmente, un’emotiva opera di scavo; Francesco Brasini che elabora un disco, Memories Can’t Wait_in-d(i)o (domenica 18 settembre, Carrozzerie N.O.T, ore 20.00) in un originale continuum sonoro; i Luminance Ratio che rievocano atmosfere oniriche e lisergiche in Honey Ant Dreaming; i S’odinonsuonare (domenica 2 ottobre, Carrozzerie N.O.T., ore 19.30) che, complice lo splendido calembour, si accattivano il favore della critica con la performance ‘si serve il numero…- ufficio per la dieta dell’immaginazione’, un’idea nata da un’analisi critica della burocrazia come nuovo rituale contemporaneo e che restituisce una diversa improvvisazione sonora per ogni singolo spettatore. Infine, lo spettacolo di danza, video e suono dal vivo di Walter Paradiso nella sua Trascrizione del silenzio nato in collaborazione con la coreografa Federica Cucinotta e la danzatrice cinese ChuRui Jiang (domenica 2 ottobre, Carrozzerie N.O.T., ore 21.00), a un anno dal toccante cortometraggio Figli delle fate, documentario nel quale ha raccontato il legame speciale tra i bambini di una scuola elementare e la loro amica Alice, affetta da sindrome di autismo.
Dietro quest’evento c’è senz’altro la volontà di raccontare il nostro tempo attraverso la sperimentazione musicale, nonché l’evoluzione (e la rivoluzione) dell’arte contemporanea tutta; va premiata la pervicacia del festival Teatri di Vetro che, nonostante il difficilissimo momento storico, crede ancora nel valore della bellezza, difetti – ma anche virtù – della massa.
ELETTROSUONI