Cinema Il Film della Settimana

Glass

Gaia Apicella

Dopo 16 anni da  Unbreakable – Il Predestinato, in cui venivano presentati David Dunn (Bruce Willis), una persona che non poteva farsi del male in nessun modo e che quindi era convinto di dover salvare il mondo con questo suo potere, e il suo opposto dalla mente potente Elijah Price (Samuel L. Jackson), soprannominato l’uomo di vetro per via di una malattia che rende le ossa fragili, uscì Split, in cui il protagonista era un criminale di nome Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), affetto da disturbo dissociativo dell’identità e soprannominato “L’Orda”.

Grazie al plot twist finale di Split, in cui compariva Bruce Willis proprio nei panni di David Dunn, questo film si è dimostrato essere il seguito di Unbreakable, e ciò ha fatto immaginare a fan e pubblico che era aspettabile una ulteriore continuazione di questo universo di riflessione sui supereroi e sul ruolo dei fumetti nella società.

E così il 17 Gennaio 2019, dopo 19 anni da Unbreakable – Il Predestinato e 3 anni da Split, è finalmente arrivato al cinema il terzo capitolo, Glass, che si collega agli altri due mediante l’uso di continui flashback sul passato dei personaggi e con l’inserimento di scene provenienti dai film precedenti. Inoltre, in Glass per ogni eroe ritorna un personaggio dei due film precedenti che è coinvolto nella loro vita: Joseph Dunn (Spencer Treat Clark), figlio di David Dunn, la signora Price (Charlayne Woodard), madre di Elijah, e Casey Cooke (Anya Taylor-Joy), unica sopravvissuta a Kevin e alla sua potente identità di “Bestia”, e che è segno del sostegno tra due persone che hanno provato la medesima cosa, cioè la sofferenza causata dai familiari.

Se i protagonisti rappresentano dei supereroi, queste persone sono i loro aiutanti: sia perché cercano di salvarli dalla dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson), che ha rinchiuso David, Elijah e Kevin in un manicomio per convincerli che sono persone normali, e sia perché nel finale saranno coloro che faranno conoscere le doti di questi uomini a tutto il mondo, rendendo loro giustizia e dimostrando la verità. La tematica della famiglia in Glass, così come in tutta la trilogia, rimane molto significante ed è ben rappresentata anche dal fatto che gli attori sono sempre gli stessi.

L’idea di base del regista, che fa da collante tra i tre film, è interpretare il mondo dei supereroi in chiave realistica, con l’ipotesi che le singole caratteristiche di David, Elijah e Kevin siano in realtà un dono e non dei disturbi. In Glass, però, Shyamalan complica questa situazione decostruendo i personaggi, mostrando il loro lato fragile e ponendo l’azione in un piano marginale per dare maggiore importanza al racconto misterioso e visionario tipico delle sue opere. In questo modo solitamente riesce a creare dei veri film d’autore con script ricchi di significato e di suspense, movimenti di macchina frequenti ed elaborati e una fotografia affascinante e folgorante, tutti elementi che riassumono la sua passione per il cinema e ben visibili in Unbreakable e Split.

Ecco che però in Glass il registro cambia, lasciando spazio da un lato a buchi di sceneggiatura forse dovuti alla travagliata vicenda produttiva del film, che inizialmente doveva durare di più e che in fase successiva è stato sforbiciato, dall’altro ad una regia più semplice con movimenti di macchina meno frequenti ma comunque ben riusciti, dall’altro ancora una fotografia più pulita e a una lentezza maggiore.

Accompagnato da un montaggio ben realizzato, l’unico vero punto di forza è il colore suggestivo e elaborato che mescola una grande varietà di toni, bilanciando bene sia i caldi che i freddi. Il culmine di questo stile visivo è nella scena in cui i 3 uomini, convinti di essere supereroi, parlano con la dottoressa in una stanza del manicomio, in cui prevalgono toni freddi e una luce rosa. Purtroppo la conversazione si perde subito, testimonianza che nell’intero film i dialoghi sono deboli e poco convincenti, spesso addirittura forzati, rendendo così l’opera carente a livello narrativo e poco compatta.

Altro punto debole del film, è l’inserimento stesso della dottoressa, personaggio così statico e piatto da risultare anche ripetitivo e poco funzionante. Nonostante la bravura di James McAvoy nell’interpretare Kevin e le sue identità ancora meglio di come lo faceva in Split, anche in lui si nota un grande problema: lo switch tra i personaggi è così esagerato e riproposto che gli fa perdere significato, rendendolo a tratti ridicolo. Invece degno di nota è Elijah, a cui è dedicato uno spazio più profondo e commovente,  in cui il regista pone molte delle sue opinioni riguardo l’arte, il cinema e tutta la sua follia, cosa molto apprezzabile considerando che il film prende il nome proprio da questo personaggio, testimonianza del ruolo centrale che ha la sua scrittura all’interno del film.

Tipico di Shyamalan è il finale a sorpresa, che qui raggiunge introducendo un MacGuffin, espediente tratto da Hitchcock, regista da lui molto apprezzato e a cui si ispira anche per il suo cameo nel film, portandoci così a una fine completamente diversa da quella che immaginiamo per tutta la vicenda, un finale emozionante ma purtroppo eccessivamente rapido.

Il film vuole essere un atto di fede verso il suo mondo di supereroi, e nel complesso riesce comunque a risultare né brutto né pesante, ma rimane comunque deludente soprattutto nel cambiamento del concetto di partenza dell’universo in Shaymalan: se nel 2000 l’autore raccontava una storia originale, visto che i cinecomics non erano molto diffusi, nel 2019 decide in parte di ripudiare quella impostazione, caricando il film di grottesco e ironia, ribaltando e distruggendo il genere, in un momento in cui è forse fin troppo presente (basti vedere anche la recente candidatura di Black Panther agli Oscar); questo cambio di tono, però, risulta forzato e non riuscito, rendendo il film enormemente inferiore ai precedenti.

 




Altro

  • Diretto da: M. Night Shyamalan
  • Prodotto da: M. Night Shyamalan, Jason Blum, Marc Bienstock, Ashwin Rajan
  • Scritto da: M. Night Shyamalan
  • Protagonisti: James McAvoy, Bruce Willis, Anya Taylor-Joy, Sarah Paulson, Samuel L. Jackson
  • Musiche di: West Dylan Thordson
  • Fotografia: Mike Gioulakis
  • Montato da: Luke Ciarrocchi, Blu Murray
  • Casa di Produzione: Blinding Edge Pictures, Blumhouse Productions
  • Distribuito da: Buena Vista International Italia (Italia), Universal Pictures (USA), Walt Disney Studios Motion Pictures (Internazionale)
  • Data di uscita: 12/01/2019 (Alamo Drafthouse Cinema, USA), 17/01/2019 (Italia), 18/01/2019 (USA)
  • Durata: 129 minuti
  • Paese: USA
  • Lingua: Inglese
  • Budget: 20 milioni di dollari

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