Apertura con il botto per la 43ª edizione del Giffoni Experience con la proiezione in anteprima del nuovo  attesissimo film d’animazione della Disney Pixar dal titolo Monsters University, prequel del fortunato Monsters & Co.. Il lavoro, che vede tra i comprimari la presenza in qualità di doppiatori del duo comico de I soliti idioti (al secolo Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio), rappresenta un esordio senza dubbio positivo per il regista statunitense Dan Scanlon grazie al giusto mix tra elementi comici e messaggi positivi con richiami ai valori di lealtà e amicizia.

Il piccolo Mike Wazowski cresce con il sogno di diventare uno spaventatore professionista e per farlo decide di iscriversi alla prestigiosa Monsters University. Nonostante la buona volontà l’impresa si rivela fin da subito difficile anche per via dello spocchioso James Sullivan con il quale nasce una spietata competizione. Rivalità che ben presto si trasforma in alleanza per far fronte alle difficoltà del mondo accademico e, soprattutto, alla temibile rettrice Tritamarmo.

Non è mai impresa facile in un prequel proporre aspetti nuovi di personaggi di cui il pubblico già conosce ogni sfaccettatura, ma Scanlon vi riesce in pieno mostrandoci un Mike nel pieno della crescita e maturazione con tutti i suoi alti e bassi, le delusioni e amicizie tipiche dell’età adolescenziale. Un percorso di crescita reso ancora più difficile dalla figura prepotente di Sullivan che contribuisce a formare una coppia fortemente grottesca in pieno stile Pixar. Elemento che fa affiorare una dirompente comicità basata su movimentati inseguimenti e sulla presa in giro delle goffe caratteristiche fisiche dei membri dello strampalato ed emarginato team Oozma Kappa. Proprio quest’ultimo è la metafora di come anche un gruppo di “sfigati” può realizzare i propri sogni e riuscire a trovare un riscatto all’interno di un contesto molto simile a quello di un college americano tra gruppi di bulli e corsi tenuti da professori severi. Un turbinio di emozioni che fa risultare tutt’altro che fuori luogo alcuni sentimentalismi immancabili in storie di questo tipo e culmina in un finale visionario e dalle ambientazioni cupe con alcune dinamiche degne dei migliori film horror nel quale esce rafforzata l’immagine del cinema come sorgente di paura e sentimenti.