Giacomo Ciarrapico – Stare meglio oggi
E se ciascuno di noi fosse un Paese? Se i nostri organi fossero lì ad adempiere cariche legislative? La metafora dà vita ad una curiosa rilettura della condizione politica italiana.
“Mi lamento spesso del mio Paese. Quando io sono pessimo, come l’Italia.” E se ciascuno di noi fosse un Paese? Se i nostri organi fossero lì ad adempiere cariche legislative?
L’autore, Giacomo Ciarrapico, si mette ironicamente nei panni della “ragazza in coma”, come definisce l’Italia di oggi Bill Emmott nel suo ultimo documentario. La metafora individuo-Paese dà vita ad una curiosa rilettura della condizione politica italiana, più o meno dagli ultimi vent’anni ad oggi. Il particolare punto di vista interiorizzato crea così un naturale parallelo tra la complessa questione italiana e la vita di un ormai non troppo giovane uomo medio vittima di uno stato interno malgovernato. Un testo cinico e amaro che ci porta a rivivere in maniera completamente esterna ma empatica lo status quo: ognuno faccia i conti con il proprio governo per essere felice, con la Costituzione, i cittadini, e persino con i servizi segreti del proprio Stato.
Il racconto di un uomo tendenzialmente poco socievole il cui Ministro degli Esteri risulta non adempiere al suo lavoro se non incappando in prodigiose figure, pessime durante serate alcoliche; il racconto di una vita tendenzialmente piatta, non mossa da particolari interessi, poco salutare, economicamente precaria; il racconto di una donna, della sopravvivenza miracolosa, dopo l’incidente, in una di quelle poche notti dedite alla vita sociale. Poi l’incontro con la ex, la scoperta del tradimento con il migliore amico, e il buio. Un salto nel vuoto che avrebbe dovuto sancire la fine di ogni agonia sociale, e invece arriva la salvezza, della quale il protagonista incredulo ancora non si capacita. Da quel momento in poi, il protagonista, interpretato da un coinvolgente Carlo De Ruggieri, le prova tutte le fasi dell’instabilità: dalla caduta del governo interno alla formazione di quello tecnico, che in fondo altro non cerca che arrivare a fine giornata pareggiando. Poi le elezioni, la campagna elettorale, la propaganda. Si scontra con una condizione interna più che precaria, minacciata da quel partito del senso di colpa che in ogni legislatura s’intrufola per creare instabilità.
Se inizialmente il timore è che il parallelo possa diventare escamotage narrativo per intavolare un comizio, seppur ben scritto, sull’Italia, il pericolo è scampato presto. Rimaniamo catturati dalla naturale espressività con la quale l’intellettuale di sinistra si racconta tra la finzione del paradosso e la realtà del contingente con un linguaggio civico e umano, in una storia dal sapore attuale, di quella comicità civile che fa ridere per un attimo.
Uno spettacolo dal tono arguto e sagace caratterizzato da un’interpretazione che non chiede alla scenografia – la ricostruzione di un ambiente domestico con un letto e una pila disordinata di giornali a terra – alle musiche di Giuliano Taviani, e alle luci (nonostante queste siano perfettamente inserite nel contesto) di comunicare altro.
Dettagli
- Titolo originale: Stare meglio oggi