Figli
C’è tutto il talento di Mattia Torre in Figli, l’ultima opera del drammaturgo, sceneggiatore e regista romano scomparso nel 2019 a soli 47 anni. Già autore, tra l’altro, di serie per la televisione come Boris e La linea verticale, o di spettacoli come In mezzo al mare e Qui e ora, Torre si avvale di brillanti espedienti narrativi per raccontare, attraverso la storia di Nicola (Valerio Mastandrea) e Carla (Paola Cortellesi), e della loro vita stravolta dall’arrivo del secondo figlio, la realtà affaticata e frustrante, ma allo stesso tempo fiduciosa ai limiti dell’incoscienza, delle famiglie italiane di oggi. Lo fa con la capacità di osservazione e di esposizione dei grandi scrittori, di quelli che sanno prendere il lettore/spettatore e portarlo dentro una storia che è anche la sua.
La Pathetique di Beethoven che irrompe a “drammatizzare” il pianto del piccolo Pietro, ogni volta che il bambino decide di urlare al mondo la sua esistenza (di notte, di solito, quando gli affaticati genitori sono appena riusciti a prendere sonno); la divisione in capitoli che scandisce la discesa agli inferi che un equilibrato ménage familiare medio vive con l’arrivo del secondo figlio; la costosissima pediatra-guru, lo scontro generazionale con i nonni boomer; e ancora, la serie di colloqui con improbabili babysitter, e la crisi coniugale. E poi i tipi umani, le categorie di genitori contemporanei, dai “naturisti” che proibiscono al piccolo l’uso della tecnologia (ma che poi, stremati, cederanno al potere ipnotico dello smartphone), ai milionari che sin dalla nascita lo abbandonano alle cure della coppia di collaboratori domestici di origine filippina (e che il bambino finirà naturalmente per chiamare papà e mamma). Ci sono tutti. Tutti, tranne i genitori giovani, venticinquenni, quelli energici ed irresponsabili che fanno i figli all’età giusta per vedersi stravolta la vita. Quelli no, che in Italia, i genitori giovani, non ce li abbiamo.
La regia di Giuseppe Bonito accompagna il ritmo della scrittura, che nell’arco di una sola scena è in grado – anche grazie alla perfetta interpretazione dei due attori protagonisti – di far ridere lo spettatore fino alle lacrime per poi ritrovarsi all’improvviso a reprimere un groppo che sale in gola. Figli è una finestra aperta su un quotidiano quasi del tutto ignorato dal racconto ordinario dell’Italia proposto dai media. Tuttavia, un quotidiano in cui ciascuno può riconoscersi e in cui ognuno può persino trovare rifugio: nonostante le notti insonni, i sacrifici, le rinunce, i litigi, le lavatrici da fare, le librerie Ikea montate a casaccio, il grave pianoforte di Beethoven che copre la voce del coniuge al telefono, nonostante la voglia di fuggire, questa è la nostra realtà, in cui si può decidere di restare. E andare avanti.
FIGLI
di Mattia Torre
Regia di Giuseppe Bonito
Con Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi, Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Andrea Sartoretti, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, Carlo de Ruggeri, Betti Pedrazzi
Soggetto e sceneggiatura: Mattia Torre
Fotografia: Roberto Forza
Montaggio: Giogiò Franchini
Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Produzione: Wildside / Vision Distribution