Essential Killing
La storia si ripete nelle immagini di un mondo il cui passato e presente sono fratelli secondo il viaggio d’un talebano in fuga nel film che segna il confermato ritorno al cinema di Jerzy Skolimowski.
Il maestro polacco del cinema Jerzy Skolimowski è tornato ad essere prolifico nella regia di film; dopo un lungo silenzio di 17 anni, infatti, nel 2008 ha fatto ritorno con Four Nights With Anna e, due anni dopo, con Essential Killing, presentato al Festival di Venezia, e che dopo due anni finalmente arriva al grande pubblico grazie allo streaming proposto da una nota piattaforma cinematografica italiana. Ma se Four Nights With Anna era un film mediocre, che aveva lasciato presagire un possibile declino dal parte del regista polacco, con Essential Killing ci troviamo di fronte ad un film molto convincente, capace di essere intrigante e disturbante allo stesso tempo, anche grazie alla magistrale interpretazione di Vincent Gallo.
Ed è proprio l’attore ad interpretare Mohammed, un ribelle talebano catturato in Afganistan ed estradato in Polonia per essere interrogato; arrivato in questa prigione, immersa nei boschi polacchi, riesce a fuggire, e si rintana nella foresta braccato dagli inseguitori. Qui inizia una lunga lotta per sopravvivere da parte di Mohammed, che si trova a vivere in condizioni disperate, supportato soltanto dalla sua voglia di libertà. Si tratta di un film che, in maniera nascosta ma evidente, supera i confini del realismo e rende tutta la vicenda più simile ad un sogno o ad un’allucinazione; molte cose ci sembrano irreali, come ad esempio la scena della fuga, che nel mondo reale sarebbe più o meno impossibile da rifare, però la grande forza del film è che quest’irrealtà è costruita come se fosse un film realistico, e ciò contribuisce a dare ad Essential Killing una dimensione onirica.
Quello che colpisce dell’opera di Skolimowski è il pressoché totale silenzio negli 84 minuti di pellicola, cosa abbastanza inusuale considerando il genere – thriller – a cui il film appartiene. Il Mohammed di Gallo non parla quasi mai nel film, se non durante alcuni flashback, ed è tutto affidato alla sua incredibile gestualità e mimica facciale, che ci fa immedesimare a pieno nella voglia di sopravvivere e fuggire del protagonista. Nonostante la dimensione onirica di cui abbiamo parlato, c’è qualcosa nel film di Skolimowski che ce lo rende assolutamente reale, nella lotta per la sopravvivenza di Mohammed, che lo porta quasi alla pazzia. In questo senso, in alcune scene, tra cui quella dell’incontro di Mohammed con una donna e il suo bambino, più che un film ambientato ai giorni nostri sembra quasi un capitolo dimenticato della seconda guerra mondiale.
Dettagli
- Regia: Jerzy Skolimowski
- Altro: Sceneggiatura: Jerzy Skolimowski, Ewa Piaskowska Fotografia: Adam Sikora Musiche: Pawel Mykietyn Cast: Vincent Gallo, Emmanuelle Seigner, Stig Frode Henriksen, Nicolai Cleve Broch, David Price