Cinema

EMMA.

Franco Cappuccio

I film in costume ambientati prima della metà del diciannovesimo secolo ci suggeriscono che la fiamma di una candela e la luce del giorno sono abbastanza per girare e illuminare la profonda oscurità di un mondo pre-elettrico, e persino quelli che eludono un livello di dedizione alla Barry Lyndon tendono ad andare piuttosto sciolti con la luce naturale. Non è così per il lungometraggio cinematografico di debutto di Autumn de Wilde, un nuovo adattamento di Emma, che sembra prendere i personaggi dalla nostra dimensione in carne ed ossa ed intrappolarli in una simulazione dell’Inghilterra dell’età della Reggenza, dove i panorami degradano verso pastorali di Gainsborough e anche la luce del sole sembra come la prodigiosa invenzione di una forza appena fuori l’inquadratura.

Non sorprendentemente, de Wilde è una regista e fotografa pubblicitaria ben apprezzata, che ha tirato fuori il mood per EMMA. senza riserve da un suo recente lavoro per la casa di moda Rodarte. L’adattamento è anche il debutto alla sceneggiatura dell’autrice Eleanor Catton, che visita il diciannovesimo secolo con lo stesso occhio prodigioso del suo romanzo vincitore del Booker Prize, I luminari. In questa rivisitazione glassata di zucchero, Emma (Anya Taylor-Joy) rimane splendida, intelligente, ricca e ingerente, adottando la sua nuova amica e progetto di matchmaking, Harriet (Mia Goth con un broncio alla Brittany Murphy), e al tempo stesso rifiutando l’amore di una vita alla sua porta, Mr. Knightley (Johnny Flynn). La Taylor-Joy intepreta il vissuto snobismo di Emma come una collezione di tic caricati – rifiuto totale con un sopracciglio alzato e l’inclinazione della testa; vago disgusto in un veloce doppio sbattimento di palpebre e un leggero avvallamento del mento. Una volta che Emma punta il vicario locale Mr. Elton (Josh O’Connor) come il compagno ideale di Harriet, così inizia il gioco del burattinaio.

Il mondo sociale della Austen già trabocca degli equipaggiamenti e delle regole dell’etichetta delle famiglie della nuova borghesia proprietaria terriera, ma la sua messa in scena dal direttore della fotografia Christopher Blauvelt e la costumista Alexandra Byrne seduce non attraverso gli eccessi rococò ma attraverso specificità affascinanti. C’è dello strano potere in immagini che riescono a catturare così tanto la precisione del linguaggio: un giallo così magnetico da farmi destreggiare tra il “burro”, il “canarino” e il “tarassaco”. Ogni inquadratura è una tipologia di pastelli e richiama l’universo tattile: velluti increspati, foulard diafani, cappelli piumati che stanno come nuvole su riccioli biondi a spirale.

Anche il sound design di EMMA. si muove nella dimensione dello ”eccessivo”. La ricca colonna sonora è onnipresente al punto da distrarti, e i dialoghi grammaticalmente pesanti della Austen volano via in missili tutti d’un fiato durante battaglie di umorismo e monologhi caustici. Emma affascina perché è estremamente eloquente, una facile vincitrice in un’ambientazione dove chiacchiere e comportamento sono moneta sociale. Ma anche se irrita, questo eccesso sonoro prepara il terreno per la famosa confessione di Mr. Knightley – “Se vi amassi di meno, sarei capace di parlarne di più” – che porta avanti l’idea non del silenzio come intensità, ma dell’amore come rimozione gentile di sé. Nel loro improvviso restare senza parole, questo solitamente eloquente duo fa spazio l’uno all’altro.

Ed eccoci al punto: mi chiedo se l’adattamento di de Wilde non sia piuttosto sull’incoerenza di fare se stessi. Con tutte le sue buone intenzioni, Emma confonde il piacere narcisistico di aver parte nella felicità di un altro per l’altruismo di aiutare un’amica a trovare l’amore. È una delusione felicemente mantenuta dai fedeli che orbitano attorno alla sua buona fortuna, supportando questa versione migliore di se stessi in una fantasia zuccherosa. Ad esempio, la scena prima della realizzazione centrale che la sua ingenuità possa virare nella crudeltà è una in cui i complimenti sono così copiosi su di lei in un eccesso che mette a disagio, un’iperbole che detona brevemente la camera dell’eco. È il senso dell’idillio ermetico che rende EMMA. percepito come contemporaneo, la stanza degli specchi dell’algoritmo di Instagram spenta per un piccolo circolo di lacchè che portano la cuffia. Raddoppiando lo sforzo su questa estetica, la de Wilde ha fatto un film che sa di affascinare e divertire tanto quanto mette una dietro l’altra le sue inquadrature perfette.


  • Diretto da: Autumn de Wilde
  • Prodotto da: Tim Bevan, Eric Fellner, Graham Broadbent, Pete Czernin
  • Scritto da: Eleanor Catton
  • Tratto da: "Emma" di Jane Austen
  • Protagonisti: Anya Taylor-Joy, Johnny Flynn, Josh O'Connor, Callum Turner, Mia Goth, Miranda Hart, Bill Nighy
  • Musiche di: Isobel Waller-Bridge, David Schweitzer
  • Fotografia di: Christopher Blauvelt
  • Montato da: Nick Emerson
  • Distribuito da: Focus Features (USA)
  • Casa di Produzione: Perfect World Pictures, Working Title Films, Blueprint Pictures
  • Data di uscita: 14/02/2020 (Regno Unito)
  • Durata: 124 minuti
  • Paese: Regno Unito
  • Lingua: Inglese

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